Roma
“Cucchi fu pestato dai carabinieri”. Lividi e segni sul viso, ora l'appello-bis
Stefano Cucchi "sarebbe stato aggredito da appartenenti all'Arma dei Carabinieri", quindi prima di essere "preso in carico dagli agenti di polizia penitenziaria tratti a giudizio". Lo scrive la quinta sezione penale della Cassazione nelle 57 pagine della motivazioni della sentenza che lo scorso 15 dicembre, aveva annullato l'assoluzione di cinque medici, disposto un appello-bis per omicidio colposo e confermato l'assoluzione di tre agenti del Pertini.
In particolare, i giudici di piazza Cavour ricordano le deposizioni dei due assistenti della Polizia penitenziaria che si occuparono di Cucchi nel carcere di Regina Coeli, e di un'infermiera del Pertini, "i quali tutti hanno riferito di avere appreso da Cucchi di essere stato picchiato dai Carabinieri", si legge nella sentenza. La Corte cita anche nelle sue motivazioni la testimonianza di una donna, che, nelle celle occupate dagli arrestati in attesa di partecipare all'udienza di convalida, aveva parlato con Cucchi "che presentava lividi sul viso, dal quale aveva appreso di essere stato picchiato dagli agenti che lo avevano arrestato".
Infine la Cassazione mette in rilievo le testimonianze di alcuni carabinieri che entrarono in contatto con Cucchi prima che fosse condotto in tribunale: "Tutti hanno concordemente riferito che il ragazzo presentava sul volto dei segni (occhiaie, rossori, rigonfiamenti) compatibili con possibili percosse ricevute", come affermato "con disarmante sicurezza e semplicità" da uno dei testi (uno dei carabinieri della stazione Casilina, che portarono Cucchi dalla stazione di Tor Sapienza in tribunale) che disse "era chiaro che era stato menato".