Roma
Stefano Cucchi, maratona al parco degli Acquedotti per non dimenticare
"Stefano Cucchi é morto per due fattori determinanti: il trauma fisico, dovuto all'aggressione subita e a quello psichico che allo stesso modo ha avuto un ruolo importante nel tragico esito finale per la vita del ragazzo": questa é una delle conclusioni dell'indagine indipendente condotta dal Medu, i Medici per i diritti umani che hanno presentato al Senato le conclusioni del loro lavoro in una conferenza con il senatore Luigi Manconi, Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, l'avvocato Fabio Anselmo e il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella.
La relazione, di più di 70 pagine, é stata presentata dai medi Alberto Barbieri e Massimiliano Aragona secondo i quali "la sindrome da inanizione (causa della morte di Stefano Cucchi, come contenuto nella perizia disposta dalla Corte d'Assise nel primo grado del processo e cioè la morte per fame e per sete, ndr.) é segno inequivocabile della reazione psicologica di chi ha subito un trauma fisico recente. Il soggetto infatti si chiude in sé rifiutando qualsiasi tipo di intervento esterno. La morte di Stefano quindi si può individuare in queste due concause: il trauma fisico e quello psicologico".
"Premesso che Stefano Cucchi non soffriva di alcuna tendenza depressiva si può concludere che quello stato di prostrazione e chiusura sia stato causato dai traumi conseguenti alle aggressioni perché peraltro non si può escludere che possano essere state più di una", hanno continuato i dottori di Medu, Barbieri e Aragona nella relazione sulla morte di Stefano Cucchi che hanno ricordato come già i pubblici ministeri del processo di primo grado avessero individuato nelle celle di piazzare Clodio il luogo del pestaggio mentre la Corte d'Appello, pur non individuando circostanze e responsabilità parlò di percosse subite certamente dal ragazzo. "Un'indagine che comunque non può considerare il reato di tortura, perché non è ancora contemplato dal nostro codice penale, rimane in ogni caso incompleta".
Poi ha parlato la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi: "In tutti questi anni mi sono sempre sentita quasi in colpa per aver insistito nel conoscere la verità sulla morte di Stefano e invece adesso si apre una nuova speranza. Stefano era apparso in sogno ad un amico e aveva detto che il mio impegno magari non servirà a scoprire la verità sulla sua morte ma servirà sicuramente in futuro per tutti quelli che malauguratamente dovessero trovarsi in quella sua stessa situazione. Mi piacerebbe che il reato di tortura, se mai in Italia dovesse essere istituito, fosse intitolato a mio fratello".
Dura l'affermazione del senatore Manconi su tutta la vicenda: "Tutto il processo su Stefano potremmo definirlo come condizionato da quella che chiamo 'politica giudiziaria'. Vale a dire che furono omesse le prime 24 ore di tutta la vicenda, escludendo da subito il ruolo dei carabinieri, il corpo di polizia che l'aveva arrestato. Quella parte fu completamente ignorata e si parlò di loro soltanto per le fasi successive, quando il loro ruolo non era più attivo. Persino l'indagine interna del Dap, magari per escludere responsabilità della polizia penitenziaria, invitò ad indagare altrove".
Ilaria Cucchi ha anche annunciato il primo Memorial dedicato a Stefano Cucchi, una maratona podistica che si terrà il 31 ottobre alle ore 10 al Parco degli Acquedotti, in coincidenza con il luogo e la data dell'arresto di suo fratello, sei anni fa.