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Roma
Stipendi medi, nel Lazio 21 mila euro l'anno. “Spiegatelo al 9% dei poveri”

Il 3,5% dei contribuenti più abbienti del Lazio detiene una ricchezza di oltre tre volte superiore a quella del 31% dei contribuenti più poveri. Contemporaneamente il numero delle persone che vivono in condizioni di estrema povertà e vulnerabilità sociale ha raggiunto le 400 mila unità, ovvero 140 mila nuclei famigliari (20 mila in più rispetto al 2019). 

Questa la fotografia scattata dalla UIL del Lazio e dall’Eures (Ricerche Economiche e Sociali) relativamente alla situazione economica e sociale della nostra regione, dove la povertà relativa raggiunge addirittura le 521 unità, ovvero oltre il 9% della popolazione residente. 

In aumento anche il reddito di cittadinanza

+L’aumento della povertà ha portato anche ad un incremento dei percettori del reddito di cittadinanza che, a differenza del contesto nazionale, nel Lazio sono passati dai 217 mila del 2019 ai 379 mila del 2021 (dal 4,5% al 7,9% del totale dei residenti di almeno 18 anni). In Italia, invece, il ricorso al reddito di cittadinanza aveva subìto un incremento nel 2020 (+6,7% sul 2019; da 3,7 a 3,96 milioni di beneficiari in valori assoluti), registrando poi un’inversione di rotta nell’anno successivo (-9,7%; nel 2021 sono circa 3,5 milioni i soggetti che beneficiano di tale misura nel territorio nazionale).

Alberto Civica: "Eliminare il Reddito getterebbe le famiglie nello sconforto"

“Una situazione che fa riflettere - commenta il segretario generale della UIL LAZIO, Alberto Civica - eliminare il reddito di cittadinanza tout court significherebbe gettare nello sconforto migliaia di cittadini che non lavorano o svolgono un lavoro estremamente part time ed estremamente povero. Soprattutto in questo momento storico, il sociale dovrebbe occupare un posto predominante che, purtroppo, non ci pare abbia”. 

Prezzi al consumo ed energia "trainano" la povertà

Il riferimento va anche al forte incremento dei prezzi al consumo e soprattutto dei prodotti energetici. Costi che, a partire dal terzo trimestre 2021, hanno reso necessario un rafforzamento dei bonus sociali elettrico e del gas rivolti alle famiglie in condizioni di disagio economico. Secondo i dati diffusi da ARERA, nel 2021 le famiglie del Lazio beneficiarie del bonus elettricità sono state circa 210 mila, un valore pari all’8,4% del totale nazionale (dove i bonus elettrici hanno coinvolto 2,5 milioni di utenze domestiche) e a circa il 7% delle utenze attivate in regione, mentre il bonus gas ha interessato 150 mila famiglie (1,5 milioni in Italia).

“Ma non è sufficiente - prosegue Civica - serve che anche Comune e Regione si attivino facilitando le persone in difficoltà. Si potrebbe pensare ad esempio a non staccare le utenze per i morosi per necessità o a prevedere un aiuto sul carrello della spesa per le famiglie meno abbienti”.

Il paradosso di Roma e del Lazio: "Stpendi medi alti ma tanti poveri"

Eppure a prima vista il Lazio rimane una delle regioni italiane con il reddito medio pro capite annuo tra i più alti: 23.442 euro contro i 21.548 della media nazionale. Analizzando più nel dettaglio emerge però un forte divario tra le varie realtà territoriali. Oltre al prevedibile effetto traino della Capitale, unica provincia a registrare una media superiore ai 25 mila euro, le disparità risultano fortemente marcate soprattutto tra i 378 comuni della regione. Si va infatti dai 27.212 euro di Grottaferrata, nell’area metropolitana di Roma, ai 9.800 euro comune di Terelle, in provincia di Frosinone. Disparità che risultano ancora più forti si considera che tra i dichiaranti con imponibile pari ad almeno 120 mila euro annui, gli importi medi dichiarati, pari a 218.600 euro nell’ultimo anno, sono 10 volte maggiori del valore medio regionale, mentre tra i dichiaranti “a basso reddito” (con imponibile inferiore ai 10 mila euro annui) l’ammontare medio delle dichiarazioni raggiunge appena i 4.490 euro (circa 374 euro mensili), un valore 5 volte minore del dato medio.

“Disparità e disuguaglianze su cui il sindacato si sta battendo da tempo - conclude Civica - poiché la disparità sociale è diventata sempre più evidente e, mentre aumenta il numero dei nuovi poveri, non accennano invece a diminuire i redditi di pochi privilegiati. Abbattere o diminuire le disuguaglianze significa anche incrementare i posti di lavoro e le forme di sostegno sociale”.

Disuguaglianze visibili anche nei semplici dati. Basti pensare infatti che il 3,5% dei contribuenti più abbienti (con imponibile superiore ai 75 mila euro annui) ha dichiarato redditi per 17,6 miliardi di euro, un valore che corrisponde al 20% del valore complessivo delle dichiarazioni (pari a 88,2 miliardi di euro) e che risulta quasi 3,5 volte superiore alla ricchezza dichiarata dal 31,1% dei contribuenti più poveri.

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