Roma
Storace si prepara ad andare in carcere. Vilipendio, il 13 gennaio udienza d'appello

Pronto a rinunciare alla prescrizione e pronto quindi a scontare la pena che sicuramente non sarà il carcere ma un periodo di servizio sociali, un po' come accadde a Berlusconi. Con un colpo degno di un teatrante navigato, Francesco Storace riapre la polemica sul reato di "vilipendio al capo dello Stato". E lo fa con una nota ufficiale del partito. Scrive l'ufficio stampa de La Destra: "Il prossimo 13 gennaio si celebrerà il processo di appello per il reato di vilipendio nei confronti del Capo dello Stato. Storace, che in primo grado era stato condannato a sei mesi di reclusione per aver utilizzato l'aggettivo 'indegno' rivolto al presidente Napolitano durante le ultime fasi della crisi del Governo Prodi, intende rinunciare alla prescrizione anche 'a costo di finire in galera per scontare la pena a sentenza definitiva".
Prosegue la nota che on nasconde 'obiettivo di dare uno scossone alla politica: "Storace si scusò con l’attuale senatore a vita, e il chiarimento sostanziale tra i due avvenne proprio al Quirinale nel corso di un'udienza concessa dall'allora Capo dello Stato. Dopo la condanna del 21 novembre 2014 - nel processo fu anche provata l'inesistenza di attacchi rivolti da Storace alla senatrice Rita Levi Montalcini - anche moltissimi parlamentari, da destra a sinistra, gridarono allo scandalo, schierandosi senza mezzi termini al fianco del segretario de La Destra. Vennero presentate varie proposte di legge sia al Senato che alla Camera, a partire dal vicepresidente di palazzo Madama, Maurizio Gasparri, per l’abolizione di un reato così antiquato. A giugno il Senato ha approvato una parziale riforma del reato. Ma l'iter alla Camera, nella commissione giustizia presieduta dalla riesci a Ferrante, prosegue a passo d’uomo. Insomma, il vilipendio è finito nel dimenticatoio del Parlamento".