Roma

Strade al buio, il Prefetto di ferro: “Roma non merita questo trattamento”

Ex questore e prefetto Francesco Tagliente: “Mai così in 50 anni”

E' stato Questore e Prefetto, capo della sicurezza nel periodo del Giubileo del Duemila, Francesco Tagliente si scaglia contro il “buio” di Roma. Strade senza illuminazione, lampioni spenti, angoli di città avvolti dalle tenebre.

 


Poliziotto di lunghissima carriera, Tagliente pubblica sul suo profilo facebook un post contro la gestione della città.
“Roma sempre più buia e meno illuminata. In 50 anni non mi era mai capitato di vedere la città in queste condizioni”, scrive suscitando decine di commenti e strappando una valanga di “like”.
E poi racconta illustrando un video: “Sono le 23.50. A Vigna Clara per strada c’è pochissima luce sembra un’atmosfera da coprifuoco che inevitabilmente ingenera, una sensazione di insicurezza. Alcuni abitanti rientrano a casa facendosi strada con la luce dei telefonini. C’è un po’ di barlume solo vicino ai negozi che hanno lasciato le luci interne accese e quando passano le autovetture. La città di Roma e i romani non meritano questo trattamento”.

Parole cha fanno impressione, se si pensa che a scriverle è l'uomo ricordato come “il prefetto di ferro dal cuore d'oro”. Alla guida della  Sala Operativa della Questura di Roma dal 1986 al 1995, Tagliente dal 1995 al 2000 ha ricoperto l’incarico di Capo di Gabinetto di quattro diversi Questori di Roma, occupandosi del governo e della gestione di tutti i servizi di ordine e sicurezza pubblica che si sono svolti nella Capitale, compresa la pianificazione e la gestione dei “Grandi eventi”, tra cui il Grande Giubileo del 2000 e la Giornata Mondiale della Gioventù.
Dal 2000 al 2006 ha diretto l’Ufficio Ordine Pubblico del Ministero dell’Interno. Poi dal mese di agosto 2010 a giugno 2012 è stato Questore della Provincia di Roma. Durante questi due anni, caratterizzati da forti tensioni sociali, ha avuto il complesso e difficile compito di gestire le numerose manifestazioni di piazza che in molti casi sfociarono in guerriglia urbana, come avvenne in piazza del Popolo il 14 dicembre 2010 e in piazza San Giovanni il 15 ottobre 2011.