Roma

Strage Fidene: Campiti rompe il silenzio ma non confessa al gip i punti chiave

La procura contesta a Campiti i reati di omicidio volontario, tentato omicidio e porto abusivo d'armi. Il legale: “Situazione gravissima"

Campiti ha finalmente rotto il silenzio davanti al gip nel corso dell'udienza di convalida del fermo. L'uomo che prima non aveva parlato, ha risposto alle domande ma senza rivelare al gip gli aspetti chiave della vicenda.

La decisione del gip è scontata, a seguito dell'udienza di convalida svoltasi nel carcere di Regina Coeli tra le 10 e le 11. Il 57enne è rimasto per più di un'ora davanti al gip, rispondendo solo ad alcune domande su aspetti non focali per la ricostruzione della vicenda.

Le accuse: "Situazione gravissima"

La procura contesta a Claudio Campiti i reati di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, tentato omicidio e porto abusivo d'armi. Il quadro accusatorio si è ulteriormente aggravato dopo la morte della quarta vittima, Fabiana De Angelis. A chiedere la convalida è stato il pm Giovanni Musarò, che sta conducendo le indagini con il coordinamento procuratore aggiunto Michele Prestipino.

Uscendo dal carcere l'avvocato difensore di Campiti Alessandro Poli si è limitato a dire ai cronisti che “la situazione è molto grave”.