Roma

Stranieri a Roma, il vero business lo fanno bangladesi e rumeni: 9% del Pil

Sono 600 mila a Roma e nel Lazio gli stranieri che producono e impediscono il crollo demografico. Sono strategici per l'economia. Rapporto Uil-Eures

Incredibile ma vero: il 9% dell'economia di Roma e del Lazio è prodotto da stranieri con bangladesi e rumeni tra i più attivi. Anche se guadagnano meno degli italiani. In barba al dibattito sull'etnia, gli italiani in 20 anni sono aumentati dle 2,6%$, gli immigrati sono triplicati.

Questi alcuni numeri che emergono dal dossier “I flussi migratori nel Lazio: il contributo della popolazione straniera al dinamismo regionale”, realizzato dalla UIL Lazio in collaborazione con l’Eures. Spulciamo i numeri, gli stranieri percepiscono stipendi più bassi dei nostri, hanno subito le conseguenze del Covid più degli altri, eppure contribuiscono a tenere alta la nostra economia ed impediscono il crollo demografico.

Si tratta della popolazione straniera residente nel Lazio. Una popolazione di oltre 600 mila unità, pari quindi all’intera provincia di Latina. Una popolazione che con i suoi 280 mila occupati, le sue oltre 89 mila realtà produttive e la forte propensione imprenditoriale, produce circa il 9% del pil regionale, ovvero ben 17,6 miliardi di euro.    Dal report emerge che, senza la presenza degli stranieri, il Pil del Lazio passerebbe dagli attuali 197,7 a 180,1 miliardi. E la stessa popolazione regionale passerebbe da 5,7 a 5,1 milioni.

Ogni 100 italiani, 12 stranieri

Sono infatti circa 620 mila gli stranieri residenti nel Lazio, ovvero circa 12 ogni 100 residenti di origine italiana. Negli ultimi vent’anni, inoltre, la popolazione italiana è cresciuta del 2,6%, mentre quella straniera è triplicata, con incrementi particolarmente significativi nella fascia d’età 45-65 e in quella 0-14. Un dato rilevante questo soprattutto se si considera che il progressivo invecchiamento della popolazione italiana ha prodotto un incremento del 39% nella fascia over 65.  “In sostanza senza la presenza degli stranieri, la popolazione italiana tra decessi e fughe all’estero, sarebbe dimezzata - commenta il segretario generale della UIL Lazio, Alberto Civica - e ciò causerebbe un danno enorme non solo nell’impoverimento sociale ma anche per l’economia regionale e del Paese”. 

Il Covid ha reso più difficile il reinserimento nel mondo del lavoro

Gli stranieri infatti contribuiscono per l’8,9% al pil regionale, nonostante la loro occupazione abbia subito negli ultimi cinque anni un calo del 2% probabilmente per la maggiore difficoltà di reinserimento lavorativo post covid rispetto agli italiani. Nel 2022, infatti, i lavoratori stranieri sono il 12,1% del totale, un dato pressoché analogo a quello del 2018 (12,3%). Nello specifico, dal report emerge che la maggior parte degli stranieri, corrispondente al 67,5% del totale, è occupata nel settore dei servizi, valore che raggiunge l’84,2% tra i lavoratori italiani; seguono i lavoratori dell’industria 25,9% quelli del comparto agricolo che rappresentano il 6,7%. Valore questo decisamente superiore a quello registrato complessivamente nel Lazio (2,7%). Ma ad analoga occupazione non corrisponde la stessa retribuzione: circa 23 mila per i connazionali e 14 mila euro annui di media per gli stranieri.

Bangladesi e rumeni sono i più attivi

Nello specifico, 16.210 euro per i lavoratori provenienti dai Paesi UE e 12.415 per gli extracomunitari.  E sono proprio questi ultimi i più attivi in campo imprenditoriale. Su 89.209 imprese a conduzione straniera (13,8% del totale regionale), 64 mila sono di origine extracomunitaria, mentre 25,2 mila provengono da Paesi comunitari.  Con il 18,4% del totale, è il Bangladesh il paese maggiormente presente nell’imprenditoria laziale, seguono la Romania (15,7% degli imprenditori stranieri di Roma), Cina ed Egitto (7,7% la prima, 6,4% il secondo). Per quanto riguarda i Paesi europei, invece, il contributo più significativo proviene dalla Spagna, il cui peso è aumentato significativamente rispetto al 2021 (2,3% del totale) e dalla Francia (1,9%).

Civica, Uil, "Più che sostituziopne etnica andrebbe valutato il peso degli stranieri"

“Più che pensare alla sostituzione etnica- commenta Civica - bisognerebbe valutare il loro peso all’interno dell’economia laziale. Se circa il 14% delle imprese della regione è gestito da stranieri significa che contribuiscono non poco all’attivismo imprenditoriale e rappresentano un vero e proprio valore aggiunto da non sottovalutare.  Se da un lato l’attivismo imprenditoriale degli stranieri ha oramai un peso rilevante nella crescita economica del Lazio, dall’altro i contributi versati sostengono il nostro sistema pensionistico, del quale beneficiano però in minima parte. Dal report infatti emerge che gli immigrati rappresentano l’11% dei contribuenti totali, ma solo il 2,3% dei beneficiari  di assegni pensionistici. Anche in questo caso le diseguaglianze sono notevoli: 22.205 euro di media per le pensioni degli italiani contro i 10.350 degli stranieri.