Roma
Stupro alla discoteca Factory, arrestato il secondo uomo: è un “buttafuori”
In manette un tunisino di 35 anni, addetto alla sicurezza del locale, per violenza sessuale di gruppo e lesioni. Caccia al terzo responsabile stupratore
I poliziotti della IV sezione della Squadra Mobile di Roma hanno arrestato una seconda persona, ritenuta responsabile della violenza sessuale ai danni di una 21enne etiope avvenuta in uno sgabuzzino esterno alla discoteca “Factory”, nella Capitale, nel maggio scorso. Si tratta di un uomo, un tunisino di 35 anni, che era l’addetto alla sicurezza del locale.
Gli agenti, coordinati dall'aggiunto Maria Monteleone e dal pm Francesca Passaniti, lo hanno arrestato venerdì sera all’aeroporto di Fiumicino dove l’uomo è atterrato dalla Tunisia. Ad incastrarlo il Dna presente sulla vittima e sugli abiti che questa indossava.
Dal 18 luglio scorso, invece, è in carcere P.R.G., di nazionalità rumena, accusato di essere uno dei violentatori. La vittima aveva raccontato agli investigatori di essere stata aggredita da tre uomini a lei sconosciuti in un ambiente di servizio di pertinenza della discoteca, mentre era in corso una serata con centinaia di persone che ballavano a pochi metri di distanza. Dopo il primo arresto in estate, gli accertamenti della polizia non si sono mai fermati e hanno consentito di individuare nel tunisino 35enne H.I. il secondo autore dello stupro, descritto dalla giovane come "un uomo vestito come un addetto alla sicurezza” che sarebbe sopraggiunto mentre erano in atto gli abusi da parte del primo. La ragazza aveva sperato che giungesse in suo aiuto ma lui, invece di soccorrerla, non ha esitato a sopraffarla con la forza assieme al primo uomo, appunto P.R.G., anch’egli in servizio quella sera.
Gli investigatori, partendo dalla descrizione fatta dalla ragazza, hanno identificato tutto il personale di sicurezza e di servizio presente nel locale, con molte difficoltà dovute alle incongruenze nelle dichiarazioni degli organizzatori della serata. Le informazioni acquisite sono state incrociate con le testimonianze di alcuni giovani che si trovavano nel locale per trascorrere la serata, che hanno fornito agli investigatori foto e video in loro possesso. Il cerchio si è così ristretto sulla figura di H.I., uno dei buttafuori “in regola”, addetto all’area della discoteca attigua al luogo del delitto il quale, pochi giorni dopo i gravi fatti, aveva lasciato l’Italia per rientrare in Tunisia. La certezza sulla corretta direzione dell’ipotesi investigativa è arrivata con la comparazione del DNA dell’uomo, che è stato ritrovato sulla vittima e sugli abiti che indossava.
Nella serata di ieri, certo che le acque si fossero calmate per il trascorrere del tempo, H.I., è sbarcato dalla Tunisia all’aeroporto di Fiumicino dove personale della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con la Polizia di Frontiera di Fiumicino, lo ha tratto in arresto, per il reato di violenza sessuale di gruppo e lesioni, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip. Il tunisino ora è rinchiuso a Regina Coeli e le indagini proseguono per identificare il terzo elemento della banda.