Roma

Suicidi in Polizia: agenti vogliono scendere in piazza, i sindacati frenano

Dopo l'ennesimo suicidio di un agente a Roma davanti alla Caserma di via Guido Reni, i poliziotti vogliono la piazza

Dopo i recenti suicidi tra appartenenti sia ai Carabinieri che alla Polizia di Stato, ultimo in ordine di tempo l'agente che si è tolto la vita a Roma davanti alla caserma di via Guido Reni, secondo il portavoce del sindacato di Polizia Les, Elvio Vulcano "anche tra le forze dell'ordine si è alzata la richiesta di scendere in piazza per rivendicare i loro diritti".

Per Vulcano si tratta di "una rivendicazione più che legittima soprattutto dopo i recenti suicidi" poiché la situazione "necessita di una risposta immediata e concreta, mentre l'amministrazione distratta preferisce trovare sbrigativamente le colpe di questi gesti estremi al di fuori degli ambiti lavorativi".

Secondo il sindacalista le cause possono essere in parte legate al servizio, ai turni stressanti, alla demotivazione di una vita passata a servire lo Stato senza alcun significativo miglioramento delle condizioni lavorative con uno stipendio da sopravvivenza: infatti la Polizia italiana è la meno pagata d'Europa.

Vulcano chiarisce che in una recente riunione del sindacato è emersa forte l'esigenza della base di scendere in piazza. Di altro giudizio però il segretario generale del sindacato di Polizia Les, Giovanni Iacoi, che ha spiegato come questo non sia il momento di scendere in piazza, perché ora una manifestazione delle forze dell'ordine potrebbe essere strumentalizzata politicamente.

Vulcano ha comunque rassicurato gli iscritti che, anche se non potranno manifestare, faranno sentire con forza la loro voce per chiamare l'amministrazione a rispondere sui suicidi di tanti colleghi che da qualche anno si stanno togliendo la vita, persino pochi giorni prima del raggiungimento della pensione. "Non è più tollerabile in alcun modo – conclude Vulcano - che poliziotti si suicidino e che l'amministrazione faccia spallucce dinanzi a certi drammi".