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Roma
Talpe nella Procura di Roma: coinvolta ex candidata della Lega

"Se io voglio arrivo dappertutto e a me nessuno mi dice di no". Così Simona Amadio, funzionaria della procura, assicurava in un'intercettazione la propria fedeltà a Carlo D'Aguano, pregiudicato conosciuto nel mondo della droga con infiltrazioni all'interno di piazzale Clodio.

 

Da anni impegata presso la segreteria di un procuratore aggiunto, Simona Amadio è stata anche candidata alle ultime elezioni amministratie del 2016 a Roma, nella lista di "Noi per Salvini". Secondo l'accusa, Amadio aveva il compito di violare il sistema informatico, aggiornando il complice su eventuali procentimenti penali a suo carico. Assieme ad altre otto persone, tra cui sei poliziotti, l'ex candidata leghista assicurava così la protezioni fisica e degli affari di D'Aguanno, con la complicità del compagno Angelo Nalci (addetto all’ufficio scorte della Questura).

Nell’ordinanza del gip Cinzia Parasporo, come riportato da Il Corriere della Sera, viene citato un dialogo tra Amadio e il compagno, in cui lei ripercorre una conversazione avuta con D’Aguano "che aveva necessità di qualcuno che gli potesse fornire informazioni circa l’esistenza di procedimenti penali sul suo conto". Amadio dice: "Io Carlo me lo voglio tenere, allora tu devi pensare amore, che come tutti gli impiccioni lui ha amici poliziotti... la talpa in procura... lui (D’Aguano ndr)... la prima cosa che mi ha chiesto è stata: “mi posso fidare? ”A lui gli serve un appoggio in procura, cioè qualcuno che va ad aprire e va a vedere". In un’altra intercettazione presente nell’ordinanza di custodia cautelare, Amadio dice ancora parlando con Nalci: "Ma questa gente che pensa? Che io veramente da 23 anni sto a pettinare le bambole dentro alla procura, prima di Milano e poi quella di Roma? Se io voglio arrivo dappertutto e a me nessuno mi dice di no".

 

Un caso sul quale si è prontamente espresso il deputato Pd Michele Anzaldi, che, tramite Facebook, ha richiamato il Ministro degli Interni ad un'assunzione di responsabilità politica: "La funzionaria della Procura di Roma finita in carcere con l’accusa di essere la talpa dell’imprenditore vicino ai clan mafiosi era stata candidata della lista 'Noi per Salvini'. Ancora una volta il partito di Salvini è coinvolto in vicende di malavita - accusa Ansaldi - Come per l’indagine sull’appoggio del clan degli Spada a Latina a dirigenti e parlamentari della Lega. Come per i presunti rapporti con persone legate alla ‘Ndrangheta in Calabria. Il ministro dell’Interno, colui che non dovrebbe essere sfiorato neanche alla lontana da vicende del genere, non ha nulla da dire? Non ha nulla da spiegare ai suoi follower sui social che possono facilmente trovare i selfie con lui della funzionaria arrestata?". Lo scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.

 

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