Roma
Tamponi, il Tar del Lazio a sentenza: Sanità di Stato o spazio ai privati
Virus Roma: attesa la sentenza Tar sulla guerra tra l'assessore D'Amato e il San Raffaele per l'accreditamento e i tamponi "liberi"
Tamponi, per la battaglia tra pubblico e privato, tra lo statalismo di Nicola Zingaretti e la libertà di scegliere dove farsi curare, è il giorno del giudizio. E' attesa per oggi la sentenza del Tar che dovrà chiarire una volta per tutte se la revoca dell'accreditamento del San Raffaele di Rocca di Papa da parte della Regione è un atto legittimo o il profumo di “ritorsione politica” lo sentiranno anche i giudici del Tar.
E dopo la filippica dell'assessore alla Sanità di Stato, Alessio D'Amato che ha sparso veleno e lanciato accuse pesantissime, a cercare di condizionare il lavoro dei magistrati amministrativi arriva anche Carlo Trivelli, presidente della San Raffaele Spa.
Parole durissime, quelle di Trivelli, che preannunciano strascichi penali e civili. Scrive Trivelli: “È la prima volta che ci troviamo davanti a una Giunta che vieta di fare i tamponi a chi ne ha fatto richiesta; che immette pazienti positivi all’interno delle Rsa e dei reparti in cui vengono assistiti malati terminali, attribuendo poi la colpa della diffusione dei contagi agli operatori della Sanità privata o pubblica. Anche su questo punto sta indagando la Procura”.
E aggiunge: “E' vergognoso e subdolo il modo con cui l’Assessore cerca di influenzare, attraverso l’opinione pubblica, il Tar del Lazio e i suoi Giudici. Come singolare è del resto il fatto che lo stesso non pubblichi invece i dati dei reali casi covid, relativi a tutte le strutture del Lazio e alla loro provenienza da altre strutture regionali, sia pubbliche che private”.
Conclusione scontata riferita alle parole dell'assessore: “Non può non censurare il tentativo di voler mettere la corda al collo con giudizi sommari, come si faceva nel Far West, provando una maldestra azione per distogliere l’attenzione da altre questioni giudiziarie, per le quali non ha ritenuto di dover chiarire la sua posizione”.
Parola ai giudici.