Roma

Tasse e lobby fermano lo "svapo". Il boom delle "e-cig" finisce all'estero

Questioni fiscali, scontri di lobby, pubblicità, punti vendita che aprono e chiudono, ma i consumatori che cosa ne pensano delle sigarette elettroniche? L’Unione Nazionale Consumatori, in collaborazione con Fontem Ventures, ha voluto chiederglielo direttamente attraverso l’indagine “Sigaretta elettronica: cosa ne pensi?” a cui ha risposto un campione di oltre 2000 consumatori.

Massimiliano Dona, segretario generale dell’UNC, ha illustrato i risultati in un meeting a Roma con Valerio Forconi, responsabile delle Relazioni Istituzionali e della Comunicazione di Fontem Ventures (controllata di Imperial Tobacco e prima multinazionale ad essere entrata con JAI nel mercato italiano delle sigarette elettroniche) e a Massimiliano Mancini, presidente di ANAFE Confindustria, l’Associazione che riunisce i produttori italiani di sigarette elettroniche ed e-liquids.
“L’indagine, ha avuto un significativo riscontro, a conferma che si tratta di un tema di grande attualità che cattura l’interesse delle persone”. Secondo i dati emersi, “le e-cig sono considerate il miglior metodo per ridurre i danni derivanti dall’uso del tabacco (ben il 95% delle preferenze), con il 69% degli utenti che ritiene che faccia meno male rispetto alla sigaretta tradizionale e quasi il 60% che la ritiene utile come strumento per smettere di fumare”, spiega Dona.
Per Forconi e Mancini, i dati meritano di essere letti con particolare attenzione, in particolare quelli che riguardano le ragioni per cui i consumatori reputano che le sigarette elettroniche sono state osteggiate in Italia negli ultimi tre anni.
“Conoscere il sentiment degli utenti è il punto di partenza per pensare o ripensare al modo in cui comunichiamo e ci presentiamo sul mercato. – ha dichiarato Valerio Forconi - Che 81 utenti su 100 ritengano che le sigarette elettroniche siano state osteggiate dalle multinazionali del tabacco, per esempio, ci dà l’occasione per dichiarare, e dimostrare successivamente nei fatti, che non è così per tutte. Imperial Tobacco, attraverso Fontem Ventures, sta portando in tutto il mondo i propri prodotti innovativi e senza tabacco per consumatori adulti, focalizzandosi da sempre sullo sviluppo di prodotti della massima qualità e affidabilità”. Altrettanto interessante per entrambi la lettura di un altro dato emerso dal sondaggio: un numero pressoché identico (80%) individua un impedimento nella diffusione delle sigarette elettroniche nello Stato e nell’eccessiva pressione fiscale.

“Il Legislatore italiano – spiega Forconi - fino ad ora non è riuscito a regolamentare in modo adeguato questi prodotti, imponendo una tassazione troppo simile a quella del tabacco. Abbiamo già assistito ad una dichiarazione di illegittimità da parte della Corte Costituzionale ed è di mercoledì la notizia che il TAR ha confermato la sospensiva anche sulla tassazione imposta dalla normativa attualmente in vigore, rinviandola alla Consulta. Un qualcosa che si sarebbe potuto evitare con una tassazione bilanciata parametrata alla nicotina; invece si è sprecato fin troppo tempo per cercare inesistenti equivalenze tra due prodotti, e-cig e prodotti del tabacco, che nulla hanno in comune, favorendo unicamente i prodotti a tabacco cosiddetto riscaldato”. Sul tema, per la survey, solamente un 1% dei consumatori considera le cosiddette “heat not burn” (commercializzate in Italia da Philip Morris) quale possibile alternativa.
Mancini su questo punto afferma: “Del ruolo punitivo assunto dallo Stato nei confronti delle e-cig attraverso l’eccessiva pressione fiscale per fortuna si è accorto anche l’80% degli intervistati. L’Italia rappresenta un’eccellenza nella produzione di liquidi da inalazione, di cui fino a poco tempo fa eravamo i primi esportatori in Europa. Poi però è arrivata la prima maxi tassa e tutto si è bloccato, portando perdita di posti di lavoro, di entrate fiscali, e provocando danni ai consumatori a causa di prezzi più alti, minore scelta e spinta all’importazione parallela di prodotti spesso non controllati”. “A breve” conclude Mancini “entrerà in vigore la Direttiva Europea 2014/40 che, per quanto eccessivamente punitiva verso le e-cig con il rischio di favorire il tabacco, sicuramente andrà a fornire regole certe al settore. Ma tutto si stabilizzerà in Italia solo quando il Governo introdurrà un regime fiscale adeguato, graduato sulla nicotina, come indicato da innumerevoli sentenze del TAR, dalla Corte Costituzionale, e dal buon senso”. “Sulle multinazionali pronte ad ostacolare le sigarette elettroniche” tiene a sottolineare Mancini “farei dei distinguo tra quelle che credono nel prodotto come alternativa valida al tabacco e chi invece da tempo lavora dietro le quinte per metterlo fuori gioco per via normativa”.

Conclude l’avvocato Dona, spesso presente in trasmissioni come Striscia la Notizia, sempre a difesa dei consumatori: “I risultati emersi evidenziano un’inclinazione dei consumatori verso le e-cig, ma al contempo la loro forte richiesta di prodotti certificati e di qualità. Alla luce di ciò, sosteniamo una volta di più, e ci rivolgiamo in primo luogo al Ministero della Salute: se, come emerso dallo studio del Regno Unito, le e-cig potessero aiutare a contrastare il problema del fumo che nel nostro Paese continua ad essere la principale causa di morte -prosegue Dona- sarebbe il caso di rivedere quanto prima una tassazione che ad oggi può contribuire a deprimere il prodotto e anzi favorire l’importazione di liquidi che non sono sottoposti alle stesse procedure di controllo europee. Non dimentichiamolo, la priorità è una sola: la salute dei cittadini”.

IL DOCUMENTO/ Le risposte dei consumatori