Tavolo per Roma, l'incontro dopo liti, frecciatine e ultimatum
Calenda all'attacco, Raggi è avvisata. “Basta che non chieda soldi”
Minacce, litigi e telefonate mancate: il rapporto (istituzionale) tra il sindaco di Roma e il ministro dello Sviluppo Economico non è certo iniziato nel migliore dei modi, ma finalmente si è arrivati al capolinea. Martedì 17 ottobre i due contendenti si confronteranno - insieme ai rappresentanti della Regione e delle Associazioni – al tanto annunciato Tavolo per Roma. Sul banco di discussione, i finanziamenti destinati alle casse capitoline, che serviranno alla giunta M5S per rilanciare l'economia della Città Eterna.
I botta e risposta hanno tenuto col fiato sospeso la stampa ma soprattutto i cittadini romani, che si sono dovuti preoccupare più volte che l'incontro al Mise tra Raggi e Calenda saltasse per incomprensioni personali e battaglie politiche.
A due giorni appena dal Tavolo, il ministro ha rincarato la dose - dopo i battibecchi durati un mese – intervistato al programma In mezz'ora di Lucia Annunziata. Il ministro si è infatti augurato che Raggi eviti di arrivare all'incontro di martedì con “una lista della spesa di 1,8 miliardi”. Una definizione poco confacente al piano che il Comune di Roma dovrà ufficialmente presentare al governo.
Non è però la prima volta che Calenda mette in riga il primo cittadino. Se dopo la diffusione degli allarmanti dati riguardo allo sviluppo economico della città, Raggi aveva annunciato non solo di voler collaborare, ma anche e soprattutto di aver richiesto in passato incontri mai ottenuti col governo, Calenda l'ha sbugiardata pubblicamente. Intervistato dalla stampa ha infatti affermato che il sindaco era sparito nel nulla, non degnandosi nemmeno di ricontattare il Mise che l'aveva chiamata per fissare la data dell'incontro ufficiale. Redarguita davanti ai suoi elettori, la sindaca non ha potuto far altro che chiamare immediatamente il ministro e fissare al 17 ottobre l'incontro.
Qualche giorno più tardi, però, è arrivata una seconda bacchettata governativa: “Tutte le altre istituzioni, a partire dalla Regione e dalle Associazioni si sono immediatamente attivate mettendo a disposizione idee, progetti, staff e tecnici mentre l'unico riferimento indicato dalla sindaca è il suo portavoce" aveva infatti dichiarato Calenda. Il Comune di Roma, l'istituzione forse più interessata alla buona riuscita del Tavolo, era stata l'unica a non collaborare attivamente. Da lì l'ultimatum: o Raggi tornava ad essere reperibile e trovava il tempo per un incontro preparatorio in vista del Tavolo per Roma, o il Mise avrebbe fatto un passo indietro cancellando il vertice.
Raggi ha così scelto di abbassare la testa e accettare una visita preparatoria al Mise il 5 ottobre per presentare i tecnici capitolini e illustrare le idee del Comune. “Ci siamo chiariti”, aveva affermato senza molto entusiasmo alle telecamere appostate all'uscita del ministero “I tecnici torneranno la prossima settimana in vista del Tavolo del 17”.
Prima di quell'incontro – rigorosamente a porte chiuse – Calenda aveva ribadito di nuovo la poca collaborazione della giunta comunale dichiarando di aver ricevuto soltanto una “lettera sconclusionata” dal sindaco. Nella missiva Raggi chiedeva impegni governativi volti a incentivare l'economia romana, semplificando la burocrazia e dando spazio alle aziende.
Rimane il dubbio che con l'avviarsi del Tavolo per Roma i bisticci tra i due, al posto che fermarsi si moltiplichino sulla pelle dei cittadini della Capitale.