Tavolo per Roma, ultimatum di Calenda alla Raggi: “Incontro in 48 ore”
Il ministro del Mise: “Da lei solo lettere sconclusionate”
Continuano i bisticci tra il ministro dello Sviluppo Economico e il sindaco della Capitale, che avevano stabilito dopo lunghi tira e molla la data per il Tavolo per Roma, fissata al 17 ottobre. Ora Carlo Calenda si dice sfinito per l'irreperibilità di Virginia Raggi e lancia un ultimatum: prima dell'incontro ufficiale vuole un meeting con il sindaco per stabilire il piano d'azione e verificare la serietà del Campidoglio.
Sembravano finite le diatribe tra Governo e Comune, invece il peggio stava solo per arrivare. Nel weekend del 30 settembre e 1 ottobre, Calenda aveva dato il primo ultimatum a Raggi, dichiarando pubblicamente che se il sindaco non si fosse fatto vivo per fissare una data entro lunedì 2 ottobre, tutti i buoni propositi sarebbero saltati e il Mise avrebbe rinunaciato a partecipare al Tavolo per Roma. La Raggi, che fino a quel momento sembrava essersi fatta pregare, è intervenuta prontamente rispondendo all'appello di Calenda e accordandosi con lui per l'incontro ufficiale. Se però la Regione Lazio e le Associazioni si sono immediatamente attivate mettendo a disposizione idee, progetti, staff e tecnici, il sindaco è sparito ancora una volta, dando al ministro, come unico riferimento, quello del suo portavoce. “La situazione del Tavolo Roma sta rapidamente superando la soglia del ridicolo. Dal 21 settembre scorso - giorno in cui abbiamo inviato la prima lettera per l’avvio del Tavolo - cerco di parlare con la Sindaca di Roma in merito al lavoro preliminare da svolgere in vista della riunione fissata il 17 ottobre, prima data utile nella sua agenda, alla quale tutti gli altri partecipanti hanno dovuto adattarsi. Ad oggi non sono riuscito ad avere un contatto diverso da un sms di circostanza; continuo però a ricevere lettere sconclusionate sui più vari argomenti”, ha dichiarato su tutte le furie Calenda.
“A questo punto ritengo urgente incontrare la Sindaca nelle prossime 48 ore per verificare la reale disponibilità a proseguire nel percorso individuato con il Tavolo”, ha concluso stizzito.
Da parte sua, il sindaco aveva inviato mercoledì 4 ottobre una lettera al ministro per chiarire alcuni punti riguardo al meeting del 17 ottobre: “Le politiche che interessano la Capitale, a mio avviso, devono contemplare il 'Piano industriale per Roma', da Lei citato, ma non limitarsi a questo ambito circoscritto. Chi conosce Roma sa bene che un piano credibile deve estendersi necessariamente anche alla cultura, alla ricerca, ai servizi, all’arte e all’artigianato – ha scritto il sindaco - Sarebbe opportuno, pertanto, estendere l’invito alla partecipazione al tavolo anche ad altri rappresentanti istituzionali e di categoria portatori di istanze positive. Gli enti locali, e Roma in particolare, giocano un ruolo di primo piano in questo scenario".
Raggi aveva poi chiesto l'intervento del governo per realizzare politiche nazionali in grado di supportare le imprese romane e semplificazioni normative che andassero incontro ad uno sviluppo della Capitale, velocizzando le procedure burocratiche.
"Le sfide che ci attendono – ha scritto Raggi - e che a livello globale stanno investendo tutti i Paesi, ci vedono in prima fila sui temi della resilienza, dell’adattamento ai mutamenti climatici, dello sviluppo sostenibile, dell’utilizzo delle nuove fonti energetiche, dell’impiego intelligente delle tecnologie e del ruolo centrale delle città, come primi centri aggregatori delle comunità".