Taxi Roma: numero unico contro app. M5S fa esplodere la nuova guerra
Ma la soluzione del telefono è andata in pensione con le application
Taxi in guerra col Comune, capitolo ventesimo. Ma stavolta nella battaglia tra le auto bianche e il Campidoglio il ruoli sono invertiti. E' la nuova amministrazione a Cinque Stelle che ha deciso di concentrare tutte le chiamate sul numero unico del Comune, un servizio pubblico in diretta concorrenza con il sistema dei Radio Taxi ma che non è mai riuscito a decollare e che ora è ampiamente superato dalla tecnologia delle application per smartphone.
Ad aprire il fronte è Enrico Stèfano, presidente della Commissione Trasporti nonché autodichiaratosi vice assessore ai Trasporti che ha dichiarato guerra ai radiotaxi che nn vogliono aderire al numero unico. Spiega Stèfano: "Non e possibile vietare il servizio 060609. Il servizio Taxi, giuridicamente parlando, e in regime concessorio ed e un servizio pubblico al 100%. È impensabile dire che lo 060609 non si può installare sul taxi di chi e gia iscritto ad un radiotaxi, anche perché lo 060609 non e altro che un'estensione delle colonnine fisse. Semplicemente non possono farlo. Il nostro obiettivo, quindi, e un servizio che va potenziato e diffuso e non può essere vietato".
Pronta la risposta di Loreno Bittarelli, presidente della coop 3570, la più grande d'Europa e presidente del sindacato nazionale di categoria, Uritaxi: “Apprendiamo che secondo il Presidente della Commissione Trasporti del Comune di Roma, Enrico Stefano, il problema di Roma non è la paralisi amministrativa, i rifiuti che traboccano, le voragini delle strade che sprofondano, i trasporti ormai al collasso, l'abusivismo dilagante, non solo sul settore del trasporto, ecc., ecc., ma bensì… il 3570 che, insieme ad altri radiotaxi, vieterebbero ai propri associati di aderire al fallimentare, inefficiente, e costosissimo per i contribuenti, numero unico Taxi del comune di Roma”.
Superata l'ironia, Bittarelli entra nel merito: “Il Presidente Stefano forse non sa che i Consorzi e le Cooperative Radio Taxi sono organismi di diritto privato e regolati da propri Statuti che non vietano (e non potrebbero farlo) il servizio 060609 attivato dal Comune di Roma, ma prevedevano, come tutti gli Statuti regolanti il settore, il divieto di aderire a servizi in concorrenza. Il problema, semmai, è che Stefano ignora anche che, in base al principio di sussidiarietá, introdotto dalla riforma del Titolo V della Costituzione, è il Comune di Roma che non dovrebbe e potrebbe fare quello che già fanno i privati: ed è, quindi, la Costituzione che sancisce il divieto del servizio 060609 così come è impostato, e non gli Statuti che sono, peraltro, di gran lunga antecedenti all'attivazione del servizio. Peraltro, Stefano ignora che lo stesso servizio Radio Taxi, che il Comune di Roma sta tentando di avviare con lo 060609, è ormai tecnologicamente di gran lunga superato dalla App IT-Taxi che l’Unione dei Radiotaxi Italiani e il 3570 hanno da tempo lanciato con successo sul mercato italiano e presto mondiale”.
Poi l'affondo finale: “Per questo servizio 060609, che il Comune difende come reperto archeologico preistorico, Stefano ha anche il coraggio di attingere alle risorse del Ministero dell'Ambiente per ben 733.640 euro che, essendo soldi pubblici, sono a carico dei contribuenti che sarebbero poi anche gli utenti del servizio. Soldi che, venendo dal Ministero dell'Ambiente, potrebbero essere spesi per la realizzazione delle colonnine di ricarica per i taxi elettrici, come noi da tempo, inutilmente, chiediamo e che il 3570 offre all'utenza e alla città di Roma per evitare l’inquinamento, ma, inspiegabilmente, seguitano a non essere finanziati. Questa non è altro che la conferma che una città complessa come Roma non può essere amministrata e gestita con superficialità e improvvisazione da persone che non ne conoscono minimamente i problemi. Forse sarebbe meglio, per il bene di tutti, usare una maggiore dose di umiltà e di confronto, dando più spazio a tutti quelli che, nonostante tutto, continuano a lavorare a tesa bassa tutti i giorni per offrire servizi sempre più avanzati e migliori per i cittadini”.