Roma
Terremoto fondi Mise: 28 arresti. Nei guai super dirigente. Truffa da 1,5 mln
Operazione doppia Procura di Roma- Carabinieri per l'erogazione di fondi a sostegno dello sviluppo economico. Raffica di indagati e sequestri
Terremoto fondi al Ministero dello Sviluppo Economico, Mise: 28 arresti in due diverse operazioni che hanno smantellato una associazione a delinquere che aveva gestito 1,5 milioni di fondi pubblici. Indagato anche un dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico e un commercialista.
Così, dalle prime luci dell’alba, in Roma e Provincia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di 28 persone indagate, a diverso titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio ed al trasferimento fraudolento di valori, di traffico d’influenze in concorso con l’aggravante della qualifica di pubblico ufficiale, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, emissione di fatture per operazioni inesistenti, malversazione a danno dello Stato in concorso, truffa aggravata, millantato credito aggravato in concorso.
Il primo provvedimento restrittivo si basa sulle risultanze acquisite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci nell’ambito di un’indagine che ha consentito di accertare l’operatività di 9 indagati, tra i quali un Dirigente del MISE ed un commercialista, i quali hanno operato per far ottenere o agevolare l’indebita percezione di finanziamenti pubblici erogati dal Ministero dello Sviluppo Economico, che, una volta ottenuti, sono stati distratti anziché essere utilizzati per il loro originario scopo.
Lo schema utilizzato era sempre lo stesso: grazie all’opera di alcuni degli indagati, venivano individuate delle società operanti in svariati settori (dall’attività logistica e di facchinaggio, alla trasmissione e diffusione di programmi radio-televisivi), le quali, grazie all’opera del commercialista, avanzavano al Ministero dello Sviluppo Economiche le richieste di finanziamento, a questo punto entrava in campo il dirigente del Dicastero, deputato a caldeggiare le istanze e a far ottenere il denaro. I conti correnti delle società, tuttavia, una volta ricevuti i fondi, venivano svuotati nel giro di pochi giorni ed il denaro confluiva sui conti correnti degli indagati o di persone a loro vicine. Tra novembre 2018 e settembre 2019, grazie a tali attività, sono state erogate somme per circa 1.500.000 a tre diverse società.
Inoltre, nel corso delle indagini è stata documentata l’illecita attività di un Dirigente della Polizia Penitenziaria in servizio alla Direzione Generale della Formazione, anch’egli sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, il quale, anche in concorso con soggetti interessati ai finanziamenti pubblici, dietro compensi oscillanti tra i 2000 e i 37000 euro, vantando conoscenze presso il Ministero della Giustizia ed altre Amministrazioni, prometteva l’assunzione di diversi soggetti nella P. A.
L’indagine svolta dal Nucleo Investigativo, ha tratto origine da una diversa attività di indagine, svolta dalla Compagnia Carabinieri di Subiaco (RM), che ha portato, sempre nella mattinata odierna, all’esecuzione di una ulteriore ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma nei confronti di 19 persone. I militari della citata Compagnia, dopo aver riscontrato un radicale cambiamento del tenore di vita di un pregiudicato locale, hanno iniziato la loro opera di approfondimento investigativo, accertando l’esistenza di un sodalizio criminale, con base operativa a Roma che, mediante la costituzione di società fittizie intestate a compiacenti prestanome, emetteva documenti fiscali per operazioni inesistenti, per riciclare denaro provento da altre società attive e commettere reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Inoltre, le indagini hanno consentito di individuare una società di import\export di bevande alcoliche, grazie alla quale veniva dichiarata l’importazione in Italia di tali bevande, che in realtà venivano vendute clandestinamente in altri Paesi europei, omettendo di versare le accise dovute all’erario, con un’evasione pari a 438.000 euro, nel periodo maggio-agosto 2018.
Contestualmente, i Carabinieri hanno sequestrato 25 immobili, 290 conti correnti e partecipazioni societarie, per un valore complessivo di oltre 5.000.000 di euro.
I 28 provvedimenti cautelari sono stati notificati agli indagati, dei quali 12 sono stati tradotti presso il carcere di Regina Coeli, mentre gli altri 16 sono stati tradotti preso le loro abitazioni a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.