Roma
Terremoto Forza Italia, Berlusconi pensionato dal coordinatore del Lazio
Forza Italia, ultimatum di Fazzone: "Così non va, rinnovarsi per sopravvivere"
Aria di rivoluzione in Forza Italia, per Silvio Berlusconi arriva l'avviso di sfratto di una base in rivolta. Il coordinatore del Lazio Fazzone prepara il “pensionamento” dello storico leader: “Elezioni per una nuova direzione del partito, rinnovarsi per sopravvivere”.
Cambiare tutto e subito, aprire al pluralismo e alle realtà del territorio per non sparire. Il diktat dal sapore di pensionamento destinato a Silvio Berlusconi porta la firma di Claudio Fazzone, coordinatorre forzista per il Lazio, che lancia un ultimatum al leader come ai singoli alfieri: "Forza italia così non va - avverte in una lunga nota - Non è più rinviabile la sua riorganizzazione". Riorganizzazione che vuol dire ringiovanimento, facce nuove, ed un dialogo tra base e vertici: "Forza Italia deve lasciarsi alle spalle il verticismo e diventare un partito pluralista. Capace di dare spazio ad una nuova classe dirigente che provenga dai territori e sappia incarnarne le esigenze trovando risposte alle troppe criticità che attanagliano le nostre comunità posegue Fazzone - Lo ribadisco, dobbiamo recuperare il rapporto tra il territorio e i nostri elettori. Il partito non si è saputo rinnovare, conseguentemente non è stato capace di fare un’attenta analisi al proprio interno e domandarsi perché c’è stata una perdita di consensi. In questi anni il partito non si è saputo rinnovare e non è stato capace di innovare".
Non più un partito "ad personam" quindi, il riferimento è più che palese. "FI a mio parere deve avere una linea politica precisa. Serve una nuova direzione del partito, da scegliere attraverso elezioni - si legge ancora nella nota - Serve un organismo interno più omogeneo e rappresentativo di tutte le aree geografiche del Paese. Ringraziamo Berlusconi per tutto quello che ci ha dato in questi 25 anni, ma ora dobbiamo riorganizzare il partito per i prossimi 25 anni e questo è possibile valorizzando la classe dirigente dei territori. Le candidature devono corrispondere almeno per il 70-80% al volere dei nostri elettori".
Insomma, sia per fattori anagrafici che politici, futuro non fa rima con Berlusconi: "Un partito si deve rinnovare in tutto, anche nelle presenze degli esponenti in televisione. Possiamo vedere in video le stesse facce da circa trent’anni? Vogliamo dare una prospettiva ed entusiasmo alla nostra gente? - si chiede ancora Fazzone - Per questo è necessario modificare radicalmente l’impostazione di base. Leggo in queste ore con piacere l’intervento di diversi colleghi, che commentano i risultati elettorali. Ricordo che tanti di loro hanno ricoperto incarichi di prestigio nel partito e nei governi da noi presieduti. Anche su di loro devono ricadere molte responsabilità su quanto sta avvenendo". Quindi le parole che vogliono dire divorzio, un "nuovo leder" per un partito rinnovato: "Io dico che è necessario prendere in mano la situazione, modificando l’attuale assetto organizzativo e portando in Parlamento esponenti dei territori. E’ ovvio che la riorganizzazione deve partire anche dalla ricerca di un nuovo leader. Ad oggi non sembra esserci nel nostro partito, ma va ricercato o costruito - conclude Fazzone - La linea politica del partito non può essere il frutto di decisioni prese da persone che nulla hanno a che fare con la politica e mai calatesi sul territorio. Come ho tenuto a ribadire in campagna elettorale, o cambiamo o ci cambiano. Io ritengo che siamo ancora in tempo per tornare ad essere un grande partito. Ma se non emergerà la voglia di cambiamento secondo me urgente e prioritaria, bisognerà avere il coraggio di mettere in liquidazione il partito. Cosa che io mi auguro non avvenga. Solo in questo modo, una nuova Forza Italia composta da persone diverse può recuperare la credibilità, tornare ad essere attrattiva ed un punto di riferimento nel centrodestra”.