Roma

Terremoto: il dossier choc di Pirozzi a Salvini: “Le bugie del Pd su Amatrice”

Sergio Pirozzi: “Non mi ricandido; tutti devono conoscere le falsità sulla ricostruzione post terremoto 2016. Le prove della narrazione fasulla"

“Scusa Mattè devo parlà e devo far vedere tutte le bugie della Sinistra che ha governato il Lazio in questi 10 anni su Amatrice”. Sergio Pirozzi, ex sindaco e consigliere della Lega che non si ricandiderà a febbraio, gela la platea accorsa per l'apertura ufficiale della campagna elettorale legista per le elezioni regionali. Seduto commenta il dossier su Amatrice che scorre alle spalle del ministro.

Nell'Italia che sogna il Ponte sullo Stretto, c' una popolazione come quella di Amatrice, Arquata del Tronto, Accumuli, Ustica, Visso e le frazioni di Norcia dove le opere pubbliche della ricostruzione sono un bluff. Accanto a ogni foto la “data e l'opera della macchina della propaganda” e si parte con l'Istituto Alberghiero. “Bello il cartello, bella la boiserie”, sembra di ascoltare il Marchese del Grillo, ma poi spunta la foto di una spianata innevata con cumuli di terra e una ruspa che sembra morta. C'è solo il cartello del 2018 e il 15 dicembre 2022 non c'è nulla.

Il pronto soccorso è un capannone-garage

Poi c'è il Pronto Soccorso: un capannone che sembra un garage e che simula la Sanità di Alessio D'Amato che aveva promesso un ospedale per la primavera-estate 2022 (manco fosse una collezione di moda) e che invece lascia a Natale uno scheletro prigionieri di ponteggi innevati.

Le bugie della Regione Lazio

Al ministro Salvini, Sergio Pirozzi sussurra: “Ecco le bugie della sinistra, la narrazione costruita con la complicità dei media che hanno seguito solo i tagli dei nastri e le inaugurazioni: la Sinistra che manderemo via dalla Regione Lazio ha fatto qursto: ha lasciato una popolazione senza opere pubbliche perché come soggetto attuatore non è riuscita a fare nulla, se non dire bugie”.

Cimiteri e chiese: la vergogna

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“Come quella sui cimiteri e sulle chiese”, e scorrono le slides del cimitero con le “tombe di cantiere” e la chiesa di Sant'Agostino e del Duomo di San Francesco con le stesse identiche ferite lasciate dal sisma del 2016. “Sono passati 6 anni e di nuovo ci sono solo i ponteggi che costano”, aggiunge e “insinua” Pirozzi. E poi ci sono i ponti: “Quello che ho realizzato io con i soldi delle donazioni degli italiani è funzionate; quello dello Stato, del Commissario e del soggetto attuatore Regione Lazio, attende ancora che finiscano i sottoservizi”.

Altre sildes, altri ritardi assurdi nel centro storico di Amatrice e nelle frazioni. Il film dell'orrore si conclude con la SAE, acronimo di soluzioni abitative emergenziale. Tradotto: casette provvisorie, destinate a lunghissima vita. Poi però ci sono le opere già fatte, “solo quelle realizzate con le donazioni degli italiani”, precisa Pirozzi. Il dossier è la certezza “lo Stato e la Regione Lazio si sono dimenticati di Amatrice”, chiosa l'ex sindaco che si scatena dando la carica ai 500 accorsi nel budello dell'Ergife dove non c'è neanche un vigile urbano, accorsi per il “Capitano”.

"Pirozzi a Salvini: "Mattè questa è la Sinistra"

“Mattè, questa è la sinistra – la stessa sinistra che ha costruito una narrazione piena di bugie e che incanta il Paese passando da un'emergenza all'altra. E qui le responsabilità sono tutte della Regione Lazio di Zingaretti e D'amato che ora si ripresentano”.

Il ministro per le Infrastrutture china le testa e osserva silenzioso. Fuori dai microfoni Pirozzi è un fiume in piena: “Potrei scrivere un libro per spiegare come funziona. Ogni anno il commissario straordinario carica risorse ogni anno e poi le ripartiscono nelle regioni in base al numero dei Comuni. Il Lazio prende il 13%. Lo scorso anno 4 mln di euro solo perché non erano stati spesi. Tu metti il budget e sul progetto arriva giustamente il proprietario delle case danneggiate e dopo quelle distrutte. I numeri della gestione commissariale sono effimeri. Al Conte 2 proposi che per le opere pubbliche strategiche si andasse in deroga come per il ponte di Genova. E questo non è stato fatto”.

Da "Costruire il Lazio del futuro a Ricostruire il Lazio"

Infine, uno sguardo al futuro: “Non lo so quello che farò. Non ho chiesto candidature alle Politiche, alle Regionali. Io sto a disposizione del partito e del centrodestra. Ora sono allenatore di Serie A e serie B per chiudere un cerchio. Ho tante idee. Confido che questo Governo e questa Regione cambieranno le cose. Ma sulla campagna elettorale cambiamo subito il titolo: via costruiamo il Lazio del futuro che va sostituito con Ricostruiamo il Lazio, dopo 10 anni di Zingaretti”.

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