Terremoto, labrador e pastori. La speranza di vita è affidata al loro fiuto
Il racconto di Lorenzo Botti, capo unità cinofile del Vigili del fuoco
Senza il loro fiuto sarebbe quasi impossibile scegliere in quale punto in cui scavare, per tentare di trovare persone ancora in vita sommerse da detriti e calcinacci, o rintracciare i corpi di chi non ce l'ha fatta. Bel, Shila, Sasha, Juno: sono pastori tedeschi, labrador, border collie.
“Sono momenti davvero difficili quelli in cui ti accorgi che non sei arrivato in tempo e che il sisma è stato più veloce ad uccidere. Si prova una sconfitta grande”, racconta con il volto coperto di polvere e gli occhi stravolti Lorenzo Botti, caposquadra dei vigili del fuoco e responsabile dell'Unità Cinofila; uno di quelli che si porta dietro un “curriculum” die terremoti vissuti da far venire i brividi. Molise, Marche, Umbria, Abruzzo, e ora qui, ad Amatrice.
Il suo racconto viene interrotto dalla voce che proviene dal walkie talky: “Serve un cane, un'unità cinofila fresca. Serve un cane, serve un cane”, “Ok vengo su con Bel”. Bel una femmina di labrador, di quattro anni. Scende dal trasportino e inizia a tirare: i suoi occhi sono dolci e fermi.
I cani che hanno fiutato per ore odore umano sono i migliori che le unità cinofile hanno a disposizione. Lavorano per ore, senza sosta. L’udito del cane ha una frequenza di udibilità che varia da 20 a 50.000 cicli al secondo, inoltre il cane ha una sensibilità almeno cinque volte superiore all’uomo, il che gli consente di sentire a 20 metri quello che noi percepiamo a soli cinque.
Ma dove il cane ha del sorprendente è sicuramente nell’olfatto, senso che corrisponde alla nostra vista. Infatti la mucosa olfattiva nel cane è di 150 cmq rispetto ai 2,5 cmq dell’uomo; a causa del diverso spessore della mucosa il cane ha circa 225 milioni di cellule olfattive rispetto ai circa 5 milioni nell’uomo.