"Ti amo, vai a fare la prostituta. E' bello". Romane sedotte dal bel rumeno protettore
"Mi sentivo un cavallo da corsa". È questa la frase che meglio riassume lo stato d'animo per le violenze subite da una ragazza romana. A farle trovare la forza di denunciare il suo aguzzino è stato l’affetto e l’amore dei suoi familiari, compito della Polizia di Stato e dell'Autorità Giudiziaria, invece, porre definitivamente fine alla carriera criminale di D.C.D., cittadino romeno di 41anni, da anni residente nella zona est della capitale.
D.C.D. si era presentato alla sua vittima come un importatore di profumi, poi, una volta carpita la fiducia della ragazza, ha iniziato a raccontarle che “accompagnava” delle prostitute al lavoro, esaltando il guadagno che da ciò ne derivava. Circa un anno fa, inoltre, il romeno ha spiegato alla sua fidanzata che per stare con lei aveva lasciato un'altra ragazza che si prostituiva: preludio alla richiesta di portarla in strada per sopperire al mancato guadagno, con la promessa di una vita migliore con una nuova casa e tanti bambini. In breve sono arrivate anche le violenze fisiche.
Vinta, a suon di botte, la resistenza della ragazza il carnefice, per prima cosa, ha fornito alla vittima i vestiti adatti, un dettagliato prezziario, nonché un vademecum sui tempi massimi per ogni singola prestazione e, quando la ragazza ha provato a rifiutarsi, è ricorso alle violenze, agli stupri ed alle minacce. Per incrementare le entrate l’aguzzino ha preso in affitto un appartamento ed ha inserito la vittima in un sito online specializzato. In questo modo riusciva a farla prostituire ad ogni ora del giorno e della notte e, quando i tempi dedicati alle prestazioni, erano a suo parere eccessivi, erano nuove umiliazioni per la donna. L’ancora di salvezza è stata lanciata dalla mamma della vittima che, insospettita dalla presenza di abiti fin troppo sexy nell'armadio della figlia, si è rivolta al commissariato di Tivoli diretto dalla dottoressa Maria Chiaramonte. Gli investigatori, con una serie di accertamenti ed appostamenti, hanno appurato quello che stava vivendo la giovane.
A quel punto anche la vittima, che nel frattempo stava cercando di interrompere la relazione con il suo carnefice, ha trovato il coraggio di denunciare tutte le violenze subite. L’uomo, insoddisfatto del guadagno tratto dalla ragazza, aveva intanto trovato un’altra vittima, italiana anche questa, che aveva già instradato alla prostituzione seguendo sempre lo stesso "copione", continuando però a perseguitare la precedente “fidanzata” con minacce di morte alternate a messaggi d’amore.
Gli agenti, raccolti tutti gli elementi, ivi compresa la deposizione della nuova vittima, hanno informato la magistratura. Il giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare, subito eseguita dagli stessi agenti del commissariato tiburtino. D.C.D. si trova attualmente detenuto presso il carcere di Regina Coeli mentre gli investigatori continuano a scavare nel suo passato alla ricerca di eventuali altre vittime.