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Roma
Tomba del Gladiatore, dal passato risorge una necropoli militare

Non soltanto il sepolcro monumentale del generale e senatore bresciano Marco Nonio Macrino (ribattezzata “Tomba del Gladiatore”), ma dal passato risorge un’autentica necropoli a carattere militare, grazie alle nuove campagne di scavo e di studio condotte dalla Soprintendenza dal 2012 al 2016, nell’area archeologica al V miglio della via Flaminia. 
Le nuove indagini hanno contribuito a chiarire l’aspetto di monumenti già emersi e hanno restituito altri tre edifici funerari monumentali, uno dei quali, in età tardo antica, sarebbe stato sfruttato per impiantare una fullonica (officina per il lavaggio e la tintura delle vesti). Rinvenuto anche un numeroso gruppo di stele di pretoriani, che lascia spazio all’ipotesi di un’area, o almeno un monumento, a loro espressamente dedicato.
 
Oltre alla presenza della tomba di Macrino e di due sepolcri monumentali, di cui uno sicuramente attribuibile a un console vissuto sotto Adriano, sono stati riportati alla luce i resti marmorei di un sepolcro a dado e di un sepolcro ad altare di qualche decennio precedente. Il primo è appartenuto a un personaggio probabilmente di rango equestre – come si evince dalla sepoltura di un cavallo presso l’entrata del sepolcro –, la cui carriera militare si svolse tra l’epoca di Augusto e quella di Caligola. La decorazione marmorea di questa tomba, con i suoi tralci vegetali e i girali di acanto, rimanda al repertorio iconografico dell’arte ufficiale di età augustea. 
 
Il lavoro degli archeologi si sta ora concentrando sullo scavo dell’edificio funerario sotto la fullonica. Il monumento, di complessa interpretazione, databile nella seconda metà del II secolo d.C., si ergeva a lato del sepolcro di Marco Nonio Macrino ed era orientato nella stessa direzione. Questo fa supporre una interdipendenza fra i due sepolcri, probabilmente inglobati in un unico progetto, con il monumento funebre sotto la fullonica destinato alle sepolture della familia del senatore bresciano o allo svolgimento dei riti e del culto funerario connessi alla sua figura.  
La trasformazione in fullonica, rimasta in uso fino ad età tardo-antica avanzata, oltre a offrire i dati per una ricostruzione puntuale delle fasi di lavorazione, dà l’idea di un cambio di destinazione d’uso dell’area, da zona di sepolcri a quartiere lavorativo.
 
Alla luce dei nuovi scavi, quella della Via Flaminia appare come una delle necropoli più importanti del suburbio romano, da cui emerge una particolare concentrazione di sepolture di militari che qui hanno voluto lasciare, con la costruzione di monumenti di straordinaria grandiosità,  l’imperitura memoria del loro valore.
Grazie anche al clamore internazionale della scoperta della “Tomba del Gladiatore”, la Soprintendenza è impegnata nello sforzo di inserire l’area archeologica, che gravita su un lotto potenzialmente ancora edificabile, nell’elenco dei luoghi pubblici da preservare e valorizzare.

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