Roma

Tor Bella Monaca, 26 arresti per droga. Così i pusher facevano carriera

Alle prime ore di questa mattina si è svolta un’imponente operazione della Polizia di Stato nel quartiere Tor Bella Monaca. Agenti dei Commissariati Casilino Nuovo ed Appio Nuovo, e personale della locale Squadra Mobile, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 26 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, molteplici episodi di spaccio, violazione della normativa sulle armi e riciclaggio di denaro.

 


Nel corso delle operazioni - al termine delle quali 16 indagati sono stati associati al carcere, mentre per 10 di loro sono scattati gli arresti domiciliari - sono state eseguite 35 perquisizioni domiciliari finalizzate al rinvenimento di armi e droga nonché il sequestro di 12 veicoli utilizzati dai membri dell’associazione, 3 immobili ed un terreno acquistati con i proventi dell’attività delittuosa. Nel corso delle perquisizioni è stato rinvenuto un ulteriore quantitativo di droga con il conseguente arresto dei detentori.

Oltre 200 gli Agenti della Polizia di Stato impiegati. All’esecuzione, oltre agli investigatori incaricati delle indagini, hanno concorso il Reparto Prevenzione Crimine Lazio e varie unità specializzate del Reparto Mobile e delle Unità cinofile. Impiegato anche un elicottero per garantire la sicurezza dall’alto.
Le indagini che hanno portato la Direzione Distrettuale Antimafia a richiedere il provvedimento di custodia emesso dal GIP, svolte dagli uomini dei Commissariati Casilino ed Appio, hanno preso le mosse nei primi giorni del 2014 e, nel corso dei due anni successivi, hanno portato all’arresto in flagranza di 53 appartenenti al sodalizio criminale, alla denuncia di 10 persone  per reati connessi nonché al sequestro di euro 34.000 provento dello spaccio, di due armi da fuoco e relativo munizionamento, 500 grammi di cocaina confezionate  in 1.760 dosi pronte alla vendita e 475 involucri di cosiddette droghe leggere, Hashish e Marijuana, per un peso di 1,5 Kg. Contestualmente, l’attività di riscontro sugli acquirenti di sostanza stupefacente sfociava nella segnalazione alla Prefettura di 179 individui quali assuntori di droghe.

I DETTAGLI

L’articolata attività investigativa condotta dagli uomini della Polizia di Stato dei Commissariati Casilino Nuovo ed Appio Nuovo ha avuto inizio con l’arresto, avvenuto  nel gennaio 2014, di un pusher nel quartiere di Tor Bella Monaca, luogo già noto per lo spaccio di sostanze stupefacenti. La perquisizione domiciliare presso l’abitazione dell’uomo portava al rinvenimento di una replica di pistola semiautomatica, divenuta perfettamente funzionante a seguito di modifiche che l’avevano resa idonea a sparare cartucce calibro 380, munizioni oltre al rinvenimento di denaro, attrezzatura per il confezionamento dello stupefacente e, soprattutto, contabilità e appunti che riportavano ad alcuni nominativi.
Atteso quanto emerso, gli investigatori avviavano un’intensa attività di indagine, posta in essere nella zona di Tor Bella Monaca e più in particolare nella Via Giovanni Battista Scozza ed i suoi caseggiati di edilizia popolare, il cui piazzale e le stradine collegate erano caratterizzate da un continuo andirivieni di tossicodipendenti.
Per meglio chiarire le dinamiche della sottesa attività di spaccio ed inquadrare le singole responsabilità, venivano posti in essere servizi continuativi di osservazione di tutta l’area interessata, con particolare attenzione al civico 17 di via Giovanni Battista Scozza, rivelatosi punto nevralgico dell’attività delittuosa.
Fin dall’inizio risultava evidente il significativo volume di contatti tenuto da alcuni giovani fermi nel cortile adiacente al suddetto civico i quali, ognuno con una specifica mansione, ricevevano denaro da parte degli acquirenti consegnando in cambio sostanza stupefacente.
Questi fatti permettevano agli investigatori di effettuare una serie di arresti e sequestri di sostanza stupefacente che portavano al rinvenimento di contabilità e numeri telefonici, portando alla luce un sodalizio ben strutturato dedito allo spaccio di sostanza stupefacente, in particolare, cocaina, ma anche hashish.
Prendendo a fondamento tali risultanze, venivano avviate specifiche attività tecniche, intercettazioni di conversazioni e videoriprese, attraverso le quali si sarebbe arrivati a comprovare l’esistenza dell’accennata organizzazione criminale.
L’indagine, condotta nel corso dei due anni successivi, portava alla totale conferma dell’assunto investigativo, comprovando, nello specifico, l’esistenza di una struttura piramidale, capeggiata da due giovani pregiudicati, dotata di un notevole numero pusher e di alcuni intermediari che, tenendo a disposizione maggiori quantitativi di droga, avevano il compito di rifornire i “venditori” delle dosi nonché di raccogliere il denaro provento dello spaccio.
L’attività permetteva, nel tempo, di arrestare diversi pusher nonché numerosi altri accoliti che detenevano, presso le proprie abitazioni, la sostanza stupefacente (le cosiddette “rette”).
A seguito dell’attività repressiva, si poteva peraltro assistere ad un particolare meccanismo operante nel sodalizio per il quale si consentiva ai pusher rimasti “sulla piazza” di accedere al livello superiore dell’organizzazione inserendo in sostituzione di quest’ultimi “nuove leve” reclutate nel quartiere.