Roma
Tor Bella Monaca, scacco al clan Cordaro. Droga ed armi: condannati 4 boss
Associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, detenzione di armi e riciclaggio: è la fine del clan Cordaro
Con quattro condanne, comprese tra i 12 e i 26 anni di reclusione, si è chiuso in tribunale il processo ai vertici del clan Cordaro i cui sodali e organizzatori erano già stati giudicati in abbreviato nell'ottobre del 2017, alcuni con il riconoscimento dell'aggravante del metodo mafioso.
Associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, detenzione di armi, anche da guerra, e riciclaggio sono i reati contestati dalla procura di Roma, a seconda delle singole posizioni. Le indagini, svolte dalla Squadra Mobile, hanno consentito di portare alla luce un volume di affari, da parte del sodalizio, pari a circa 120mila euro al mese e di sequestrare, tra le armi, anche un AK-47, un fucile a pompa e cinque pistole. Gli appartenenti al gruppo erano finiti in manette nel luglio del 2016, nell'ambito dell'operazione denominata 'R9', culminata con oltre trenta misure cautelari.
Valentino Iuliano, il capo che deteneva illecitamente un cellulare nella cella in cui era rinchiuso e che indicava come andava gestita la piazza di spaccio, è stato condannato a 26 anni. Nove mesi in più sono stati attribuiti al capo promotore del sodalizio Salvatore Cordaro. Dodici anni e mezzo è la pena per l'avvocato Alessandro Petrucci. Chiude l'elenco degli imputati Mauro Montali, con 12 anni di carcere.