Tor di Valle, incubo depuratore. Acea resta in silenzio tra i miasmi estivi
Il CdQ Torrino-Decima sul piede di guerra, prende il via la raccolta firme sul web
Rumori molesti e odori malsani, il depuratore Acea diventa un incubo. L'azienda prima promette una soluzione, poi tace: i residenti del IX Municipio in rivolta.
di Massimiliano Martinelli
Prende il via l'estate horror del IX Municipio, ostaggio da anni dei miasmi maleodoranti del tristemente celebre depuratore di Tor di Valle, il tanto discusso impianto che, a causa delle insopportabili emissioni, costringe da anni gli abitanti del quartiere a dormire con le finestre chiuse. Una situazione di per sé già critica, che lo diventa ancora di più nella stagione estiva, per questo si sia da tempo attivato il Comitato di Quartiere Decima-Torrino, che ad aprile, attraverso il presidente Maurizio Sapora, ha incontrato in una riunione il responsabile dell'impianto Acea Mario Ruta. Un faccia a faccia apparentemente positivo, con l'impegno dell'azienda ad eliminare alcuni silos e ad ammodernare la struttura dell'impianto di depurazione più grande d'Europa. L'inizio di una collaborazione che, però, non si è mai concretizzata.
I fondi per i lavori di ammodernamento sarebbero infatti bloccati presso l’Ufficio Tutela Ambiente della Città Metropolitana, mentre i disagi non fanno che aumentare. È nel frattempo esplosa l'estate romana e gli odori, specie la sera e nel fine settimana, sono diventati insostenibili per i cittadini, che denunciano anche irritazioni cutanee, bruciore agli occhi e mal di testa. L'afa e il caldo non aiutano il sonno dei residenti, accompagnato come di consueto dal rumore dell'impianto. Dopo le apparenti rassicurazioni arriva il silenzio assordante di Acea, con i residenti furiosi ed ora sul piede di guerra. Il CdQ ha infatti dato il via ad una raccolta firme, lanciando, a nome dei cittadini, un doppio appello ad Acea e alla Città Metropolitana. In particolare il Comitato di Quartiere chiede all'azienda un nuovo ed urgente incontro, che renda pubblici una volta per tutte gli interventi in programma. Un secondo grido d'aiuto è poi indirizzato agli assessorati e agli uffici di Città Metropolitana, per sbloccare i fondi destinati agli interventi già deliberati da Acea. La petizione conta fin'ora 552 firme, con ancora 448 sostenitori mancanti per raggiungere quota mille.
Se da una parte Acea dorme e tace, dall'altra i cittadini alzano la propria voce. Stanchi, dopo false speranze ed anni di proroghe, dell'ennesima estate di fuoco, tra odori molesti e miasmi nocivi per la salute. Il CdQ si mobilità, aumenta il malcontento e la gente è pronta a rivendicare il proprio diritto alla salute. Pronta, in mancanza di disponibilità e dialogo, all'estrema ipotesi di una class action contro la multiutility romana.