Roma

“Totti è una bandiera, Spalletti si vergogni”. Costanzo, è show sulla Roma

Il conduttore di provata fede giallorossa si scatena contro l'allenatore della Roma. Per Totti un futuro nello spettacolo

di Enzo Castellano


Francesco Totti "è una bandiera, e come tutte le bandiere merita rispetto. Non va trattato come ha fatto Spalletti ancora una volta...".


E' un Maurizio Costanzo non proprio calmo nel dire all'Agi la sua sul capitano giallorosso, in questi giorni paradossalmente sempre più al centro dell'attenzione perché ormai sulla soglia dell'addio al calcio giocato (almeno nella Roma, l'unica squadra peraltro in cui abbia militato). E lo evidenzia dopo la serata di domenica tutta rose e gloria per i colori giallorossi: la vittoria per 3 a 1 su una Juventus scesa all'Olimpico della capitale sentendosi forse già campione d'Italia per il sesto anno di fila, e con due giornate d'anticipo. Senza pensare che "noi ci siamo eccome...", ha commentato Costanzo, d'indiscussa fede romanista. Ma subito dopo il popolare giornalista-direttore-autore, e via dicendo, mette al centro del mirino il tecnico della squadra, Luciano Spalletti. "La partita con la Juve ha testimoniato uno Spalletti bifronte - dice deciso - che fa giocare Totti per tre minuti. Tre minuti, capito?! No, questo non va bene, non va bene. Lui, Spalletti, si deve ricordare per il suo futuro, ovunque vada, che le bandiere non si trattano cosi'". E poi l'anatema: "Si vergogni. A chi ha voluto dare il contentino con quei tre minuti che l'ha mandato in campo? A Totti? Proprio a lui si può dare un contentino? Ma non scherziamo...".

Costanzo non si ferma qui nella reprimenda al tecnico toscano: "Aver vinto la partita non lo assolve dal comportamento avuto con Totti; Spalletti e chi la pensa come lui non hanno giustificazioni, la 'curva' non la pensa come lui, non la pensa come Spalletti. Le bandiere vanno rispettate come tali, e mai umiliate". Pero' Totti in campo ci è entrato, magari avrebbe anche potuto accampare una scusa o rifiutarsi apertamente, tanto ormai..."No, Totti è persona corretta, lo è sempre stata - replica Costanzo al tentativo di portare altra acqua al mulino delle polemiche - e non dice di no al mister. Perché è corretto. Lo sai chi è il non corretto? E' Spalletti! Ma non da solo: anche la società è colpevole, perché non è intervenuta su Spalletti". Poi il tono si abbassa, e Costanzo sottolinea "certo, oggi come oggi è più complicato perché il mister ha vinto contro la Juve...e finché vince può stare tranquillo". E c'è quel secondo posto che porta subito alla fase a gironi della prossima Champions League..."Già, è vero. Pero' bisogna vedere che fa il Napoli, non e' mica detto sai".

A questo punto meglio andare oltre il pallone che rotola in campo. Costanzo uomo di televisione e di spettacolo come vedrebbe Totti nel mondo della televisione, del cinema, insomma nello showbiz?

E qui Costanzo non tradisce se stesso, ovvero il suo fiuto di talent: "Totti è un grande primattore, un protagonista. Come un Corrado o un Mike Bongiorno...Lui nel suo mestiere è un grande, inutile dire. E lo sarebbe anche altrove". Magari con quell'ironia, con quelle battute che sembrano fare a cazzotti con la grammatica..."E' abbastanza un modo suo il far battute, anche se a volte sembrano cozzare contro le regole dell'italiano. Lui è attraversato da ironia ed anche da qualche lampo di malinconia. Una malinconia forse derivante dal non poter concludere la carriera meglio di come gli stanno facendo fare Spalletti e la società".

Sì, ma Totti in tv lo vedresti?
"Forse si', ma non so bene in cosa. E' simpatico, l'abbiamo visto anche all'ultimo Festival di Sanremo". Un consiglio? "Francesco, prendi una decisione, cerca una soluzione che ti soddisfi. Quando si superano i 30 anni occorre cercare cose che ci piacciano, ormai e' stata superata la spinta della verde eta', quando si vuol fare tutto e si vuol costruire". Un futuro nella società giallorossa? "Sai che non so se nella Roma avrebbe lo spazio importante? Di sicuro le bandiere non vanno messe in discussione...Pero' purtroppo non siamo abituati a rispettare le bandiere, anche la nostra storia politica lo conferma. E' proprio tipico degli italiani. E temo che neanche per Totti si sfugge a questa regola...".