Roma

Trasporti, il Consiglio di Stato dà ragione al Comune sull'affidamento ad Atac

Secondo palazzo Spada il Campidoglio ha fatto bene ad affidare all’Atac la gestione del suo trasporto pubblico: respinto il ricorso Agcm

Secondo palazzo Spada il Campidoglio ha fatto bene ad affidare all’Atac la gestione del suo trasporto pubblico. Con sentenza n. 1266/2024, infatti, la sesta sezione del Consiglio di Stato respinge il ricorso al Tar del Lazio inoltrato dall’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) contro Roma Capitale.

In ballo c’era la correttezza del Comune nella proroga dell’affidamento in house del servizio di trasporto pubblico, deciso dalla giunta guidata da Virginia Raggi con una delibera del 2018 fino al 3 dicembre 2021. Tale proroga, studiata per far sostenere ad Atac la procedura di concordato preventivo, secondo l’Agcm avrebbe violato i principi del regolamento europeo relativo alla liberalizzazione del trasporto pubblico che, in sostanza, chiede agli enti di mettere a gara il servizio evitando affidamenti in house. 

Il referendum 

Sulla questione, nel 2018, a Roma si votò anche un referendumpromosso dai radicali per privatizzare il servizio di trasporto: il risultato (proclamato dall’allora sindaca Raggi due anni più tardi) sancì la vittoria del sì alla privatizzazione (con il 74%), ma Atac conservò comunque il servizio, ovvero il passaggio necessario dell’azione di risanamento chiesta dai giudici fallimentari per evitare il  default aziendale.

No alle contestazioni

Secondo il Consiglio di Stato gli elementi contestati dall’Agcm — cioè la mancanza di un vero «controllo analogo» su Atac da parte del Comune e l’eccesso di «potere per sviamento», in quanto l’amministrazione avrebbe utilizzato «strumenti normativi leciti per il perseguimento di finalità estranee all’interesse pubblico generale» — non sono stati ritenuti fondati. In particolare, i giudici di palazzo Spada appoggiano la decisione del Campidoglio di subordinare la proroga del contratto di servizio all’omologazione del concordato preventivo. 

La proroga

Tra i motivi a favore di questa scelta ci sono «la tutela dell’integrità finanziaria di Roma Capitale», con forti debiti nei confronti di Atac, «la salvaguardia degli asset aziendali», altrimenti a rischio, «la garanzia dei posti di lavoro e la continuità del trasporto pubblico» nella città. «Lo specifico piano concordatario era finalizzato proprio a consentire la prosecuzione dell’attività — scrivono i giudici —, rappresentando dunque un’opzione maggiormente sicura per garantire la continuità dell’erogazione del servizio di trasporto alla collettività». Questa sentenza «pesa» sul ricorso mosso a gennaio dall’Authority contro Atac e Roma Capitale sul nuovo affidamento del servizio in house da parte della giunta Gualtieri: l’affidamento in house non è più eccezione rispetto al mercato libero.

Felice l'ex assessore Meleo

“Grande soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato in favore della proroga del contratto di servizio Atac, fatta da noi nel 2018. Dopo il Tar in primo grado, anche il secondo grado di giudizio  conferma la bontà del nostro percorso. Il nostro lavoro era mirato a far rimanere in mano a Roma Capitale il trasporto pubblico locale. Risultato raggiunto con il concordato preventivo in continuità, la chiusura di due bilanci in utile, il rinnovo di parte della flotta e l’assunzione di più autisti. Auspico che questa sentenza faccia scuola, dal momento che l’AGCM ha da poco fatto ricorso contro il rinnovo dell’affidamento in house approvato pochi mesi fa dall’amministrazione Gualtieri. Il trasporto pubblico è un settore delicato e strategico e come tale deve rimanere patrimonio di tutti”. Così in una nota la capogruppo M5S in Assemblea Capitolina, Linda Meleo.