Roma
Trasporti: “La politica ha abbandonato Roma”. Broggi: "Io ho salvato Atac", il resto è noia
"Prima e ultima conferenza". Da buon manager della finanza l'ex presidente Consip e presidente di Poste Assicura Spa, si leva più di un sassolino dalla scarpa. Dopo oltre due anni di silenzio, l'ad di Atac, Danilo Broggi esce allo scoperto e travolge tutti, gettando un sampietrino in piena faccia alla politica romana che accusa di "immobilismo" e di "non aver mai avuto un "progetto organico per la mobilità romana".
Sciorina a memoria dati, proietta tabelle che riassumono il dramma dell'Atac al suo arrivo: una sorta di azienda in stato comatoso, "dove non c'erano neanche i soldi per i ricambi e la benzina". Dopo due anni di lavoro, al netto del debito monstre che la Regione Lazio ha con Atac e che invece cerca di scaricare sul Comune, l'Atac che Danilo Broggi restituisce al Comune di Roma è un'azienda con i fondamentali sani e che può aprire la Fase2, "quella della qualità del servizio".
Pe rispondere alle polemiche che hanno "crocifisso" la società negli ultimi giorni, Broggi chiarisce: "Il mandato con cui mi chiamarono Marino e Improta era salvare dal fallimento Atac. Quando siamo arrivati Atac non aveva i soldi per pagare benzina e ricambi, aveva 450 milioni di debiti con i fornitori che per quasi due anni non erano stati pagati. C'erano 350 milioni di debiti con le banche. Oggi il salvataggio dell'azienda si è realizzato. Possiamo dire che azienda uscita da situazione di pericolo di fallimento".
L'ad dimissionario ha quindi raccontato: "Io a maggio andai da Improta a dire che ritenevo finito il mio mandato. Io non sono un trasportista. Il mio mandato era risanare azienda. Mi trovo ancora qui perchè l'approvazione del bilancio era condizionata da due fattori: il nuovo contratto servizio approvato solo 10 il settembre e la ricapitalizzazione terminata anche a settembre.
LA VICENDA DEGLI APPALTI. Broggi è sereno, quasi disteso come un serial killer e risponde con una slide che chiarisce i gossip sugli acquisti folli, sintetizzando con la definzione "falsità" le balle spaziali circolate sui pennelli a 25o euro o i sedili pagati come un intero cinema. Chiarisce anche la lettera dall'Anticorruzione, chiarendo che si tratat di un invito a produrre documenti e poi annichilisce anche gli scettici spiegano che la sua verità sugli appalto viene giusto da dati forniti dalla stessa Anac.
LO STOP DELLA LINEA B. "Siamo vittime", spiega l'ad, che esibisce due lettere, una del gennaio scorso, l'altra di agosto con le quali era stato chiesto alle società dei pubblici servizi di riparare le infiltrazioni nella fermata Cavour che nel giorno della verità hanno inchiodato la linea e costretto ad evacuare i treni. E proprio sulle infrastrutture di tram e metro, Broggi alza la voce: "Abbiamo denunciato più volte la necessità non più rimandabile di investimenti per la metro pari a 150 milioni, pena la possibilità di erogare il servizio. Si tratta di 150 milioni, solo per gli interventi non non più rimandabili, per tutta la rete servono investimenti superiori. C'è un deficit sugli investimenti sulla metro di oltre dieci anni che provoca condizioni di estremo disagio nella condizione del l'esercizio".
I SOLDI DELLA REGIONE LAZIO. L'azienda ha crediti nei confronti della Regione di 680 milioni di euro. La Regione non ci paga gli oneri da contratto collettivo nazionale del lavoro pari a 70 milioni all'anno. Cioè la Regione dice 'sì te li devo dare ma te li dà il Comunè. Quindi è un problema politico che va risolto, noi oltre a fare causa che possiamo fare?". Parole charissime alle quali la Regione ha replicato nel pomeriggio,precisando che dal 2013, anno dell’insediamento dell’attuale Giunta regionale ad oggi sono stati saldati circa un miliardo e duecento milioni di euro per il trasporto pubblico della Capitale di cui circa 485 milioni di euro direttamente ad Atac e 703 milioni a Roma Capitale per il Tpl, comprensivi degli oneri relativi al Contratto di Servizio. Riguardo ai presunti debiti sul contratto nazionale del lavoro, si ricorda che da oltre 10 anni esistono alcuni contenziosi tra Atac e Regione, per questo, in varie occasioni, si è precisato che tali risorse non sono ascrivibili a bilancio come crediti esigibili". Silenzio invece sugli investimenti.
L'ASSESSORE ZORRO-ESPOSITO è come un fantasma. Aleggia nella stanza in cui Broggi affronta i giornalisti ma l'Ad si guarda bene dal nominarlo. Anzi, l'idea di entrare nella polemica sull'intensa attività anti-Atac neanche lo sfiora se non alla domanda di affaritaliani.it sulle denunce di scarsa competenza indirizzate dall'assessore ad alcuni dirigenti: "Non voglio entrare nel tema dei dirigenti. Sono quello che ne ha mandati a casa 27 e ne ha abbattuto del 35% il costo. Per le condizioni in cui abbiamo lavorato ringrazio pubblicamente i miei dirigenti.
Nota a margine. In piedi vicino alla porta ha assistito alla confeernza denuncia anche l'ex Dg Francesco Micheli, pronto - si dice - a rientrare in azienda.