Trasporti pubblici, sarà un autunno di fuoco. Il buio oltre il Regio Decreto
L'abolizione dei privilegi del Regio Decreto fa fibrillare i sindacati. L'intervista: "Ha senso salvare l'Atac?"
Trasporti pubblici, sarà un settembre nero. Nerissimo per Roma dove alle trattative per il rinnovo del contratto nazionale dei tranvieri si aggiungeranno le alchimie per tentare di tenere in vita l'Atac sempre più avviata verso il fallimento. Oggetto della contesa è la riscrittura delle regole tra aziende e dipendenti, dopo l'abrogazione del Regio Decreto del 1931 che dall'epoca fascista regolava i rapporti tra i dipendenti e le società del trasporto pubblico locale.
Affaritaliani.it ha chiesto all'ingegner Stefania di Serio, esperta di trasporti e mobilità, un passato remoto in Atac e in Atc a Bologna e Terni, Umbria Mobilità e ora membro del Cda di una società di trasporti del Sud, perché l'abolizione del Regio Decreto ha scatenato le ire dei tranvieri. Allora ingegner Di Serio, perché quello strumento normativo andava abolito?
“Perché era anacronistico e aveva dei meccanismi lontani delle necessità degli utenti, delle città moderne e delle aziende”.
In che senso anacronistico?
“Se c'è un problema con un dipendente bisogna fare 75 mila passaggi e la tutela del dipendente è sempre sbilanciata rispetto all'utente. Il tema dell'assenteismo ne è la prova: prima di poter agire contro un dipendente ci vogliono due anni”.
Quindi bisogna diminuire le tutele?
“No, le tutele del dipendente devono restare ma bisogna riequilibrare il sistema in termini di efficienza”.
Secondo i tranvieri ululanti l'abrogazione del Regio spiana la strada alle privatizzazioni. E' vero?
“No, la privatizzazione viene da una legge europea. Chi vince le gare deve riassumere i dipendenti, quindi i posti di lavoro sono salvi e per legge”
E allora cosa vogliono i tranvieri?
“La legge dice che il Regio rimane applicabile sino al prossimo contratto collettivo. Sino a quando non ci sarà un nuovo contratto bisognerà applicarlo e i sindacati devono andare in trattativa. Bisognerà riscriverlo in maniera moderna perché il Regio Decreto è solo dalla parte del lavoratore. Le faccio un esempio: prima del 2000 a Roma il servizio di trasporto per i disabili lo facevano solo i volontari. Poi quando hanno scoperto che la domenica non si lavoravano lo volevano faee tutti. E io fui aggredita da un omone che mi disse: “Ingegné tutti gli autisti sono uguali”. Risposi che nessun ingegnere è uguale all'altro e che nessun autista è uguale all'altro. Il servizio disabili richiede anche un'attitudine al passeggero che necessita di una formazione. Questa cosa accadeva 20 anni fa.... Non è cambiato nulla”
Ma gli autisti di un tempo non ci sono più. Ormai il turn over ha portato ad una generazione diversa... o No?
“Nulla è mutato, gli autisti per regolamento sono tutti uguali”.
La necessità del nuovo contratto porterà a scioperi a raffica?
“Sarà una stagione complicata perché è stata una categoria superprotetta rispetto alla crisi e ora dovrà ricontrattare ex novo tutti le norme, Sarà complicata”.
Il classico autunno di fuoco?
“Questo non lo so , sicuramente ci saranno problemi; faranno pesare il fatto che possono paralizzare una città”.
Tanto lo hanno fatto per 4 mesi consecutivi, ormai a Roma i cittadini sono abituati...E' caso di dire “strapotere tranvieri”?
“Sì. secondo me sì. Al Sud hanno un accordo sul tavolo e non lo vogliono firmare. Sono anacronistici. La tutela va garantita e mantenuta ed è materia seria e delicata però non deve diventare una over tutela e l'esempio è l'assenteismo dove non si riesce ad intervenire... Gli assenti continuano a prendersi stupendi per anni”.
Non è che con la storia del contratto ex novo si apre la strada ad un aumento delle ore di guida?
“Conta solo l'efficienza del servizio. Poi il numero delle ore dipende dai contratti di secondo livello. Il decreto Madia sulle ore lavoro ha chiarito e ha uniformato le norme, poi resta la babele locale che in ogni caso cadono nel momento in cui il servizio viene messi a gara. Chi viene dall'etero si deve adeguare al contratto nazionale mentre il secondo livello salta non perché il Regio decreto ma perché se l'azienda cambia, cambiano i contratti. Lo prevede la legge Europea”.
A Roma tra qualche ora scade il termine per la raccolta di firme organizzata dai Radicali per privatizzare Atac. Secondo lei è la strada giusta?
“Ho letto i titoli e ho capito che volevano privatizzare Atac: poi il referendum dice che bisogna privatizzare il servizio, ma le gare già le prevede la legge. Se poi si vuole accelerare a lotti o linee, nel caso di Roma nessuno prevede la gara totale. Se poi si mette gara tutto il servizio è chiaro che servirà un player internazionale”
Ci sono tante idee e un po' confuse?
“L'idea di mettere a gara per lotti funziona, il centro è diverso dalla periferia. Il rischio di uno spezzettamento è che se non c'è un'agenzia seria e importante diventa il panico come a Londra con la liberalizzazione. Trasport of London è la strada migliore”.
Atac secondo lei ce la farà a sopravvivere?
“Non credo con queste condizioni di indebitamento, con un piano industriale che non esiste, non con questo management e con questo modo di governare. Ci vorrebbe un piano industriale serio, e andrebbe ricordato che le Aziende come Atac rappresentano un patrimonio per l'Ente proprietario che andrebbe valorizzato al meglio. Aggiungo anche che il finanziamento per il Trasporto pubblico a Roma non è stato garantito negli anni con continuità ed adeguatezza basti pensare che all'epoca di Polverini il contributo al Tpl romano è stato pari a zero euro.Le resposabilità della situazione attuale è di molti ma non si possono cambiare i risultati e gli effetii. Va sicuramente salvato e garantito trasporto pubblico romano che non deve per forza essere gestito da Atac".