Roma
Treno ko, niente corse di sabato: ragazzi a piedi per 40 km fino a scuola
Genitori sul piede di guerra, appello a Comune e Regione
Trenitalia lascia a piedi gli studenti della Tuscia. Corse per Viterbo soppresse: tutti a piedi per 40 km per andare a scuola.
Nuovo sabato di proteste per molti studenti e pendolari della Tuscia, che hanno visto per la seconda volta il treno regionale 7568 soppresso senza prevviso. La denuncia arriva dalla Uil del Lazio, che ha raccolto le testimonianze di molte famiglie coinvolte. Il treno finito al centro delle polemiche parte da Orte alle 6:36 attraversando comuni di Attigliano, Sipicciano, Grotte Santo Stefano e Montefiascone per arrivare alla stazione di Viterbo. Da due settimane - giurano i ragazzi del posto - il treno non passa più di sabato, nonostante la riapertura della scuole. Il risultato? Assenze costanti a scuola o percorso fatto a piedi, poiché nella maggior parte dei casi i genitori devono raggiungere i propri posti di lavoro, che spesso non coincidono con gli spostamenti dei figli.
"È un’assurdità – racconta la mamma di un ragazzo che frequenta il primo anno del liceo – nessuno ci ha avvisati tra l’altro. I ragazzi sono andati alla stazione regolarmente, come ogni mattina, ma hanno atteso invano, finché esausti sono rientrati a casa e dal sito di Trenitalia abbiamo verificato che è stata soppressa la corsa del sabato. L’unica altra possibilità per raggiungere Viterbo è con il pullman ma il primo passa dopo le 10, pertanto inutile ai fini scolastici”.
“In un’epoca in cui tutto corre veloce, inseguiamo comunicazioni virtuali, perdiamo quelle reali che sono d’obbligo per garantire la frequenza scolastica di ogni ragazzo – commenta il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica – dovremmo investire di più in infrastrutture e collegamenti e invece si sopprimono le poche corse che collegano i paesi, le realtà più periferiche alle città o si incrementano le tariffe autostradali, come accaduto sulla A24 dove i lavoratori pendolari per raggiungere la Capitale lasciano mensilmente al casello buona parte del loro stipendio”.“
"Ci appelliamo alla Regione – conclude Civica – perché possa intervenire al più presto per garantire ai tantissimi studenti della provincia la regolare frequenza dell’anno scolastico, anche il sabato quando probabilmente l’affluenza dei passeggeri è minore e la necessità degli studenti non coincide con gli interessi di Trenitalia”: