Roma
Truffa Capitale, Non è l'Arena: "Così i bar spennano i turisti". Ed è legale
Il tributarista Raffaello Lupi: “Con lo scontrino hanno veicolato in modo fiscale una truffa”. E i turisti scappano da Roma
Truffa Capitale: ovvero, come i bar delle zone centrali di Roma truffano i turisti, applicando prezzi diversi rispetto a quelli applicati ai romani. Un toast, un caffè e una spremuta venduti a una turista americana possono arrivare anche a 30 euro.
Succede a Roma e non solo e succede da sempre. Solo che stavolta Massimo Giletti e i cronisti di Non è L'Arena, seguendo o le orme di Striscia La Notizia sono andati fino in fondo e hanno messo alla prova una serie di bar di Borgo Pio, dove la Truffa Capitale è ormai diventata un'abitudine che, dal punto di vista fiscale, è perfettamente in regola.
A spiegare come l'emissione del semplice scontrino, senza l'indicazione di ciò che si è consumato metta al riparo da possibili violazioni in materia tributaria, è stato l'esperto tributarista dell'Università di Tor Vergata, Raffaello Lupi, trasformando così la Truffa capitale, in un meccanismo quasi perfetto che crolla solo di fronte alle prove ineluttabili del doppio o triplo prezzo, che solo le telecamere possono fornire. E Lupi ha concluso amareggiato: “Hanno veicolato regolarmente in modo fiscale una truffa”.
La serie di bar “visitata” dalle troupe di Giletti è impressionante e ogni volta si è riproposta la stessa imbarazzante scena durante la quale il prezzo praticato ai turisti è arrivato anche al doppio di quello che paga invece un romano a parità di consumazione. E dove non arriva il prezzo doppio, arriva una dicitura diversa nello scontrino nel quale il toast servito allo straniero diventa “panino lavorato” tanto per giustificare il prezzo da capogiro.