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Roma
Truffa Reef Immobiliare, Misagordi ai domiciliari: bancarotta e riciclaggio
Maurizio Misagordi

Dopo il fallimento, ora gli arresti: la grande truffa della Reef Immobiliare, la società che prometteva di pagare una casa a rate e senza mutuo all'epilogo: con l'accusa di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio, il dominus Mairizio Misagordi e un'altra persona della società è ai domiciliari.

Questa mattina gli è stata notificata l'ordinanza di applicazione di misure cautelari agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica e eseguita dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma.

Dalle indagini delle Fiamme Gialle del 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Roma è emerso il “Sisteme Reef”, un sistema truffaldino che vedeva gli indagati irretire persone intenzionate all’acquisto di un immobile, con forme di pagamento rateizzato senza l’accensione di mutui ipotecari e a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato.

Dopo aver incassato la caparra confirmatoria, i due procrastinavano la stipula del rogito, adducendo sopraggiunti impedimenti e, dopo estenuanti rinvii, proponevano un accordo transattivo, a sua volta rinviato di continuo, come documentato da Striscia la Notizia nell'ultimo servizio del marzo 2023, quando la società fu dichiarata fallita,

Ben 252 persone hanno versarto anticipi per 2 mn di euro

In 18 mesi di attività sono state così ingannate 252 persone, accumulando con gli anticipi da essi versati oltre 2 milioni di euro, che affluivano sui conti correnti personali degli indagati dalle società immobiliari ai medesimi riconducibili, una delle quali artatamente condotta al fallimento, dopo aver subito il depauperamento del suo patrimonio e accumulato un passivo di oltre 11 milioni di euro. Gli elementi raccolti hanno permesso alla locale Procura della Repubblica di richiedere al competente G.I.P.l’emissione, oltre del provvedimento cautelare personale, del decreto di sequestro preventivo per oltre 2,2 milioni di euro, che hanno riguardato immobili e disponibilità finanziarie riconducibili a quattro società, ai due arrestati, dominus delle medesime, nonché ad altri tre sodali parimenti partecipi nelle condotte illecite. All’attività investigativa hanno collaborato i Reparti del Corpo alle sedi di Milano, Asti e Belluno nonché il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche.







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