Roma

Tutela dell'ambiente, bocciato il piano Zingaretti: il Governo vince la guerra

La Corte Costituzionale accoglie ricorso del Governo e annulla il piano paesistico della Regione Lazio: “Zingaretti non aveva coinvolto Franceschini e Mibact”

Non solo Coronavirus e sanità al collasso: il piano paesistico regionale si aggiunge alla lista dei problemi di Nicola Zingaretti. La Corte Costituzionale ha annullato il Ptpr della Regione Lazio, lo strumento che tutela l'ambiente, dando ragione al Governo, al Mibact ed al suo numero uno Dario Franceschini.

La Consulta ha infatti accolto il ricorso del Governo e annullando il piano paesistico del 2 agosto 2019 e tutti gli atti conseguenziali perché “nella pianificazione paesaggistica, le Regioni non possono fare da sole ma devono coinvolgere il ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo”, cosa che Zingaretti & Co. alla Pisana non avevano fatto in maniera corretta. In particolare, si legge nella sentenza n. 240 depositata oggi, “nel procedimento di formazione del piano regionale, è necessario un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato in funzione di un'intesa di carattere generale che assicuri una tutela unitaria del paesaggio”.

Nella fattispecie, il Consiglio Regionale del Lazio, dopo aver raggiunto un'intesa con il Mibact sulla proposta di piano adottata dalla Giunta regionale con decisione dell'8 marzo 2016 n. 6, sottoposta al Consiglio regionale con proposta di delibera consiliare del 10 marzo 2016 n. 60, aveva unilateralmente approvato il piano paesaggistico regionale, senza il coinvolgimento del Ministero. Di qui l'impugnativa da parte del Governo. La condotta della Regione è stata ritenuta dalla Corte costituzionale “in contrasto con il principio della leale collaborazione”. Anche nel procedimento di pianificazione paesaggistica, ha osservato la Corte, “dev'essere raggiunta un'intesa di carattere generale, per assicurare l'unitarietà del valore della tutela paesaggistica al di là dei singoli beni per i quali è previsto l'obbligo di pianificazione congiunta. L'approvazione del piano da parte della Regione senza un accordo con il ministero viola, quindi, il principio di leale collaborazione, oltre che il Codice dei beni culturali e del paesaggio”.

Tra i primi a segnalare gli errori di Zingaretti in materia ambientale era stata l'associazione Italia Nostra, che ora può finalmente esultare: “Italia Nostra Roma esprime profonda soddisfazione per la Sentenza della Corte Costituzionale che stamane ha annullato il Piano Territoriale Paesaggistico approvato dalla Regione Lazio ad agosto 2019 e tutti gli atti conseguenziali. Italia Nostra Roma ha sempre contrastato, dal suo concepimento, il PTPR Lazio lacunoso, insoddisfacente e privo di quella concertazione reale e costruttiva che avrebbe permesso una forte tutela paesaggistica nel Lazio. Italia Nostra Roma durante l’elaborazione del PTPR ha presentato osservazioni su criticità e presunte illegittimità, ha presentato puntuali e approfondite schede tecniche ed elaborato documenti su anomalie ed omissioni sulla registrazione dei beni archeologici, il superamento dei beni diffusi ex legge Galasso e il superamento dei 15 Piani Territoriali Paesistici di Roma. L’Associazione ha pressato la Commissione regionale territorio, ha partecipato ad audizioni, manifestazioni e seguito la lunga notte di agosto 2019 che ha portato all’approvazione del Piano. Oggi, quindi, Italia Nostra Roma, dopo il grande riconoscimento del ruolo del MIBACT in questa sentenza che farà giurisprudenza, chiede al Ministro Franceschini di fare proprio l’emendamento, bocciato, presentato in Consiglio Regionale da quattro esponenti della maggioranza che tutelava il Centro Storico di Roma ed i Villini del ‘900”.

Anche la Lega esprime la propria soddisfazione: “La Corte Costituzionale ci conferma che la Regione Lazio ha adottato un piano paesaggistico senza essersi prima confrontata con il ministero per i Beni culturali e il Turismo. A parte il problema politico rappresentato da una giunta regionale a guida Zingaretti che viene bocciata dal Governo Conte sostenuto dal Pd di Zingaretti, resta il fatto che il cortocircuito nel partito democratico genera caos per amministrazioni comunali ed imprese del Lazio. Il parere della Consulta deve essere un segnale utile per riaprire un dialogo bipartisan e senza fretta in Consiglio regionale, e per tornare a ragionare a tutto tondo di tutela ma anche di sviluppo per i settori industriali come quello edilizio in sempre più profonda crisi nella nostra regione”, scrivono in una nota Laura Corrotti, consigliere Lega Regione Lazio, e Pietro Sbardella, dirigente Lega Lazio.

La Regione: "Nuova intesa con Mibact sul piano peasistico"

Non appenna arrivata la sentenza della Corte Costituzionale, la Regione Lazio è corsa ai ripari ed in una nota annuncia che troverà una nuova intesa con il Mibact: "Prendiamo atto della pronuncia della Consulta sul Piano paesaggistico del Lazio, anche se lascia perplessi il fatto che il Consiglio regionale venga considerato un organo di ratifica di un'intesa fra la Giunta e il Mibact. Nel frattempo, comunque, la Giunta regionale e il Ministero hanno già raggiunto un nuovo accordo sul Ptpr, che è stato sottoscritto lo scorso luglio ed è già stato inviato all'esame del Consiglio. La Regione, quindi, è pronta a completare la procedura di approvazione di un Piano paesaggistico territoriale atteso nel Lazio da oltre 20 anni".