Roma
Uccide e scrive al serial killer. In una lettera l'omicidio Varani. Foffo-Maso, carteggio dall'inferno
di Alessandra Pesaturo
"Manuel Foffo non è un leader. E’ un perfetto gregario che, veicolato in una situazione, ha trovato modo di esprimere la sua rabbia e la sua aggressività". A dirlo è Sara Cordella esperta in grafologia alla quale Affaritaliani.it ha chiesto di esaminare il botta e risposta epistolare tra il pluriomicida Pietro Maso, che nel '91 uccise i genitori per appropriarsi dell'eredità, e Manuel Foffo reo confesso insieme a Marc Prato del brutale omicidio di Luca Varani. Cerchiamo di capire cosa emerge dalla grafia, perché il modo in cui si scrive, racconta molto di ognuno di noi.
Prendiamo in esame la grafia della risposta di Manuel Foffo a Pietro Maso, che cosa ha notato?
“Foffo ha una grafia in continuo movimento, tormentata. Regna, in Manuel, la disarmonia, il non sapere chi essere e dove andare. Alcuni tratti infantili ci parlano di una personalità poco definita e immatura, ancora alla ricerca di un’identità. Allo stesso tempo, questa incapacità a collocarsi, genera rabbia, che può essere sia rivolta a se stesso, sia all’altro, e a ciò che per lui rappresenta l’altro. In grafologia la disomogeneità (che si nota nel suo passare dal corsivo allo stampatello nella stessa parola) rivela sempre un forte conflitto interno, che può anche esprimersi nelle forme più tragiche. C’è inoltre una tendenza al controllo che però avviene con fatica e poca convinzione. Non è un leader, Foffo. E’ un perfetto gregario che, veicolato in una situazione, ha trovato modo di esprimere la sua rabbia e la sua aggressività. La non omogeneità della forma è segno di fortissima crisi del concetto di personalità”.
La lettera di Foffo è stata scritta di getto, con una scrittura continuativa o è stata più riflessiva con degli indugi?
“Ci sono indici, nel percorso della lettera, che fanno pensare a un inizio con maggiori resistenze (gli assi rovesciati verso sinistra). Via via la lettera si scioglie un po’ nel tracciato, ma resta sempre arenata al margine sinistro del foglio, come non volesse procedere. Non ci sono indugi da dettatura ma sicuramente appare menomato lo spirito di iniziativa”.
Nella lettera Manuel Foffo si dice pentito del suo crimine, la grafia conferma questo suo stato d'animo?
“Se per pentimento intendiamo un atto di determinazione, in questo caso no. In Foffo prevale la titubanza che, di certo è un indice di incapacità di collocare il proprio atto ma, allo stesso tempo, di uno sforzo di dare significato”.
Lei ha esaminato anche la scrittura di Pietro Maso, che cosa si può capire della sua personalità?
“La grafia di Pietro Maso dà chiari indici utili a comprenderne il lato relazionale e il tipo di intelligenza. I continui stacchi di penna tra parola e parola, non gli permettono di procedere né dal punto di vista affettivo, né dal punti di vista del pensiero. Manca la capacità di intessere nei rapporti spontanei e sinceri, l’empatia e la volontà di percepire l’altro, inteso come diverso da sé. Maso vive la vita a frammenti, senza un prima e un dopo, tutto concentrato in un presente che azzera sia la sua storia passata, che le eventuali future responsabilità. Vive nel qui ed ora, ed in questo contesto c'è solo lui e le sue necessità, per questo da un’elevata importanza al fattore economico, che gli permette di avere un riconoscimento sociale. In sintesi le esperienze della vita, non possono né scalfirlo né farlo cambiare”.
Quando vengono richieste le perizie grafologiche?
“L’analisi grafologica ha svariati campi di azione. Si parte dalla grafologia dell’età evolutiva che è incentrata sul bambino e sulle sue difficoltà anche grafomotorie. Poi si può applicare ai profili di coppia, utili al fine di valutarne la compatibilità, per finire con la grafologia professionale, che permette di valutare le potenzialità della persona in un contesto lavorativo, e con quella forense, utilizzata nei tribunali”.
Come viene usata la perizia grafologica in campo forense?
“In ambito forense il grafologo è inserito nell’albo del Tribunale alla voce: esperti in analisi e comparazione della grafia. Viene perciò nominato soprattutto per la verifica di autografia di firme e documenti. Sembra un lavoro disgiunto rispetto al professionista che fa analisi grafologiche. In realtà analisi e comparazione sono due aspetti fortemente legati. Un bravo grafologo forense deve anche essere un bravo profiler della scrittura.
In fase stragiudiziale, il grafologo può anche dare indicazioni rispetto agli indici grafologici dello scrivente. Si pensi, ad esempio, quanto può essere utile l’intervento del grafologo nel caso di lettere anonime, quando l’unica impronta lasciata dall’anonimo è quella grafica”.