Roma
Uccide un clochard massacrandolo di botte: domiciliari al 27enne romano
Ammazzato in piazza Venezia con calci e pugni: l'aggressore ai domiciliari
Uccide un clochard massacrandolo di botte in Piazza Venezia e lo mettono agli arresti domiciliari.
Dopo essere stato picchiato violentemente da un giovane lo scorso 4 settembre, il senzatetto era stato accompagnato al pronto soccorso, da cui l'avevano dimesso quasi subito. Il giorno dopo, però, aveva avuto un malore ed era morto dopo due giorni di coma al San Camillo.
Lo chiamavano il Principe, aveva 69 anni e in centro a Roma tutti conoscevano la sua gentilezza e i suoi modi affabili. L'unica sua “colpa” era quella di non avere una casa e di arrangiarsi in piazza Venezia ogni notte, addormentandosi sulle panchine vicine all'Ara Coeli. Fino a quando un giovane non lo ha preso di mira decidendo di massacrarlo di botte. È stata l'emorragia cerebrale e portarlo al coma e poi alla morte, emorragia procurata proprio dai colpi inferti senza alcun motivo dal suo aggressore.
I carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia e gli agenti del Commissariato di PS “Monteverde” sono riusciti a dare un volto all’assalitore. Si tratta di un uomo di 27 anni, già noto alle forze dell’ordine per altri reati. Il giovane è stato posto agli arresti domiciliari, con l'obbligo del braccialetto elettronico e l’accusa di omicidio preterintenzionale, aggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima. L’ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale dei Roma, che ha accolto le richieste avanzate dalla Procura della Repubblica.
Sono state le dichiarazioni di diversi testimoni e le immagini delle telecamere di video-sorveglianza della piazza a denunciare il responsabile dell'aggressione. Una persona presente al momento del violento attacco addirittura registrò col proprio cellulare l'aggressione, fornendo a Carabinieri e Polizia una prova schiacciante. Attraverso un'attenta analisi dei social network dell’indagato, gli investigatori hanno trovato foto che lo ritraevano con gli stessi abiti indossati la notte dell’aggressione, non lasciando dubbi sul suo coinvolgimento nel delitto.