Uccide un motociclista e non se ne accorge. Autista Atac: "Non credevo fossi stato io" - Affaritaliani.it

Roma

Uccide un motociclista e non se ne accorge. Autista Atac: "Non credevo fossi stato io"

“Ho visto altre persone ad assisterlo, non credevo fossi stato io”. Così si difende l'autista dell'Atac che lunedì, alla guida dell'autobus 81, ha travolto ed ucciso un ragazzo sul proprio scooter, all'altezza del Circo Massimo. Sceso dalla postazione di guida, il conducente è poi subito risalito sul mezzo e ripreso regolarmente il turno di lavoro.
Dopo una giornata di negazioni, attese, arriva poi nella serata un comunicato di Atac: "In merito al tragico incidente verificatosi nel primo pomeriggio in piazza Ugo La Malfa, Atac riferisce che sta offrendo la massima collaborazione alle autorità preposte alle indagini per fornire tutte le notizie utili a ricostruire la dinamica dell'accaduto - dice la nota - Un autista Atac, alla guida di un bus che percorreva la strada luogo dell'incidente, è stato ascoltato al comando dei vigili urbani". Disposta un'indagine interna da Armando Brandolese, amministratore unico dell'azienda, che però non offre ulteriori informazioni in merito. Resta poco chiaro il perchè ci siano volute più di quattro ore per passare dalla negazione dell'incidente al comunicato ufficiale.
I fatti. L'incidente, avvenuto ieri, ha avuto come drammatico epilogo la morte di Simone Vizzaro. Il ragazzo, 31 anni, proveniente da Guidonia, è stato travolto ed ucciso vicino al Circo Massimo, in piazzale Ugo La Malfa, mentre si trovava a bordo del suo scooter. Mentre si recava al lavoro, Simone è stato schiacciato dall'autobus, trascinato lungo la strada e scaraventato poi contro un furgoncino, un Fiorino bianco. Straziato e massacrato dall'enorme peso del mezzo che gli ha tolto la vita.
Ciò che i testimoni raccontano dipinge uno scenario terribile: i segni sull'asfalto lasciati dal cavalletto inclinatosi dello scooter, oltre che il corpo del povero Simone in terra già privo di vita.
L'autista è stato successivamente rintracciato dai vigili grazie ai racconti dei testimoni e fermato lungo la Tuscolana. Sequestrati sia il Fiorino bianco, che appartiene ad uno degli autisti trasferiti dal Colosseo, sia lo scooter, uno Scarabeo blu 150. La vittima è stata poi trasportata all'obitorio del Verano per l'autopsia di rito, dove il padre, chiamato da Guidonia, ha riconosciuto il corpo del figlio.
Purtroppo, quello di lunedì non è un caso isolato. In altre occasioni i conducenti del trasporto pubblico sono stati coinvolti in gravi fatti di cronaca nera, a volte addirittura mortali. Nello scorso aprile Luca Liberti, 18 anni, è stato vittima di un incidente nel quale ha perso la vita dopo che con il suo scooter, uno Scarabeo 50, è finito sotto un autobus a piazza Istria. In quel caso l'autista, sottoposto ai test sull'assunzione di alcool e droga, è risultato negativo, raccontando di non essersi accorto di quanto accaduto. Circa un mese prima era stato travolto da un mezzo di Roma Tpl Alessandro Di Santo, ragazzo di venti anni che in piena notte a piazza Venezia è stato ucciso sotto gli occhi degli amici. Come per l'incidente di ieri il conducente proseguì la corsa, subendo poi la successiva accusa di omicidio colposo. Sempre ad aprile 2015 si scontrano in viale Gianicolense un bus della linea 982 ed un tram otto Atac, con nove persone che finiscono in ospedale, alcune anche in codice rosso. Sempre nello stesso mese, a Vigne Nuove, una ragazza di tredici anni è stata investita da un autista dell'Atac, finendo con una gamba sotto una ruota del mezzo. Per estrarla c'è stato bisogno del soccorso dei vigili del fuoco.