Uccise i figli dal carcere di Rebibbia: "Era capace di intendere e volere"
La perizia dell'esperto nominato dal tribunale di Roma sarà discussa il prossimo 9 gennaio
Era capace di intendere e di volere Alice Sebasta, la detenuta di Rebibbia che lo scorso 18 settembre uccisi i suoi due figli gettandooli dal nido del penitenziario.
È la versione del perito del tribunale di Roma, che stride con quella del consulente nominato dalla Procura. Quest'ultimo aveva infatti sostenuto come la donna fosse totalmente incapace al momento del fatto. Per l'esperto, la donna "è da considerarsi capace di intendere e di volere al momento del fatto per deliberata assunzione di sostanza stupefacente in dose massiva per un mese prima del fatto reato". La perizia sarà discussa dalle parti nel corso dell'udienza, fissata davanti al gip il prossimo 9 gennaio.
Per questa tragica vicenda è stata indagata anche la psichiatra dell'Asl Roma 2, in servizio nel carcere di Rebibbia perché, secondo l'accusa, nonostante ci fossero state specifiche richieste, non avrebbe visitato la 33enne tedesca di origini georgiane.
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