Roma
Uccisione orsa Amarena: il 23 dicembre si decide se processare Andrea Leobruni. Un esercito di associazioni parte civile
L'orsa Amarena uccisa a fucilate dal commerciante di San Benedetto dei Marsi il 31 agosto del 2023. Il”killer” se si salva dalla condanna penale rischia un incubo economico
Gli affezionati dell'orsa Amarena sperano in un regalo di Natale: sarà proprio alla viglia delle festività natalizie, infatti, che si deciderà se Andrea Leombruni, il 58enne che ha sparato all'orsa simbolo del Parco Nazionale d'Abruzzo, uccidendola davanti ai suoi cuccioli, andrà a processo oppure no.
Il gup del Tribunale di Avezzano, Daria Lombardi, deciderà il prossimo 23 dicembre se accogliere o no la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura lo scorso 17 settembre. L'udienza è fissata per le ore 9.
La via del patteggiamento per uno sconto di pena
E se i ben informati sostengono che, con ogni probabilità, il commerciante di San Benedetto dei Marsi, difeso dagli avvocati Bernardino Terra e Mario Guanciale, sceglierà la via del patteggiamento, riconoscendo le proprie colpe e usufruendo così di uno sconto di un terzo della pena, Leombruni dovrà però vedersela con un esercito di associazioni che, da tutta Italia, chiedono di essere ammesse come parti civili.
Scorrendo l'elenco delle notifiche del Gup, sono 36 le parti offese, tra enti e persone individuali. La vendetta di Amarena, potrebbe prendere le sembianze di un incubo economico e patrimoniale per Leombruni.
L'elenco degli enti costituiti
In testa all'elenco degli enti “offesi” dall'uccisione del plantigrado che era in compagnia della cucciolata c'è il Parco Nazionale d'Abruzzo e Molise, che tra gli obiettivi della sua mission, annovera anche quello della conservazione e tutela dell'orso marsicano. A volersi costituire parte civile anche il Comune di San Benedetto dei Marsi, in provincia dell'Aquila, sul cui territorio è avvenuta l'uccisione.
L'elenco prosegue con: WWF, Lega Italiana per la Difesa degli animali, Associazione per la Conservazione dell'Orso Bruno Marsicano Salviamo l'Orso ONLUS, Lav, LNCD Animal Protection, Associazione Lipu, Associazione Zampe che danno una mano, Terano Vivi Città, Associazione Gaia Animale & Ambiente Onlus, Associazione Zampe d'Oro, Leal Lega Antivivisezionista Lombarda, Ora Referendum contro la caccia, Associazione Earth, Associazione A.M.A. Mano nella Zampa, Comitato Nazionale U.G.D.A., Associazione Animalisti Italiani, Associazione E.N.P.A., Associazione Stop Animal Crimes Italia, Gruppo d'intervento Giuridico, Lega Italiana Medici per l'Abolizione della Vivisezione, Appennino Ecosistema.
La storia di un omicidio senza senso
La notte tra il 31 agosto e il 1 settembre 2023, a pochi passi dal suo pollaio a San Benedetto dei Marsi, Leombruni ha sparato per uccidere Amarena a distanza ravvicinata con una carabina che, con un proiettile calibro 12, l'ha colpita a un fianco perforandole un polmone. Come confermato dalle perizie, "l'orsa al momento dello sparo era innocua". I due cuccioli di pochi mesi, riuscirono ad allontanarsi e a sopravvivere nonostante la giovane età.
I reati contestati
Andrea Leombruni è accusato di aver sparato per uccidere e non per spaventare l’animale. Il pm Maurizio Maria Cerrato scrive nella richiesta di rinvio a giudizio: “Esplodendo un colpo di fucile caricato con munizionamento artigianale atto ad arrecare il maggior danno possibile e a tal fine confezionato, volontariamente cagionava la morte dell'orsa denominata e conosciuta come Amarena", con l'aggravante "dell'aver agito con crudeltà correlata all'assenza di valida giustificazione nelle modalità, stante la volontà di uccidere l'animale, e di proporzione rispetto al bene patrimoniale protetto (alcuni volatili presenti nel pollaio posto a pertinenza dell'abitazione), nonchè alla presenza con l'animale di due cuccioli di orso non ancora autosufficienti, e volta dunque all'eliminazione degli stessi in ragione delle loro condizioni di debolezza".
Prosegue il pm: “con le sue condotte e in particolare esplodendo un colpo di fucile all'interno delle pertinenze della propria abitazione, ma comunque all'aperto e in luogo accessibile a terzi e in direzione di luoghi pubblici e abitati, con la traiettoria ad altezza d'uomo, con proiettile ad alta offensività, creava pericolo per la pubblica incolumità".
Regione Abruzzo parte civile
La Giunta Regionale dell'Abruzzo lo scorso 11 novembre ha deliberato di costituirsi parte civile nel procedimento penale "per il ristoro di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, subiti dalla Regione con l'uccisione a colpi di pistola dell'orsa Amarena". "Il presidente, sin dai giorni immediatamente successivi all'ingiustificabile episodio di violenza, aveva condannato quanto accaduto e si era detto pronto a costituire la Regione parte civile a tutela dell'immagine e dell'onorabilità dell'Abruzzo e degli abruzzesi", ricordano dalla Regione.