Roma
Umberto I: “Lei ha un tumore” e gli asportano la mandibola. Ma era sano
Nuovo caso di Malasanità. L'odissea di un uomo tra chemio e intervento per un vetrino scambiato
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Umberto I: “Lei ha un tumore” e gli asportano la mandibola. Era sano
Succede al Policlinico Umberto I: qui a un uomo di 35 è stata asportata una mandibola per errore dopo una diagnosi di tumore che però si è rivelata sbagliata per colpa di uno scambio di vetrini. E il caso riapre la ferita della malasanità romana. A raccontare la vicenda è il Corriere della sera che raccoglie la denuncia dei legali dell'uomo in seguito alla quale è stato aperto un fascicolo dal Pubblico Ministero, Eleonora Fini.
L'odissea inzia a maggio del 2024: "Lei ha un osteosarcoma"
“È il 20 maggio del 2024, quando il paziente va nella clinica odontoiatrica del Policlinico, l’istituto Eastman, per rimuovere un dente del giudizio e una cisti. Di ruotine, la cisti viene mandata in laboratorio per l’esame istologico. “Il 10 giugno — ricorda — per telefono mi dicono che l’esame è positivo”. Il 18 giugno capisce la gravità della situazione: “Quel giorno mi viene detto che avevo un osteosarcoma (un tumore, ndr) di alto grado di malignità. È una diagnosi gravissima. Mi dicono che non ho alternative: subito demolizione della mandibola e poi via con 9 cicli di chemio. Io e la mia compagna ci siamo sentiti devastati”.
Il 22 luglio asportata la mandibola
Ancora si legge nella denuncia: “Il 22 luglioviene operato per impiantargli una placca che ricostruisce l’osso asportato. "Quando mi sveglio, la parte destra del viso è paralizzata. Come deformata", ricorda. Il 9 settembre gli viene detto che il nuovo esame istologico sull’osso rimosso «è negativo». "Io e la mia compagna rimaniamo confusi — rammenta, forte di una consulenza del professore Luigi Cipolloni —. Mi dicono che sono stato fortunato a essermi operato in tempo e il tumore non ha attecchito». Tutto finito? Macché.
L'errore di Dna lo scopre da solo
Francesco va al Regina Elena dove confermano la diagnosi di tumore. Tornato all’Umberto I, “i medici mi dicono che forse la chemio non è più così necessaria...”. Il 21 ottobre il malato porta i vetrini all’università Cattolica per un nuovo esame, insospettito dopo i rinvii alla chemio. “Il 25 ottobre il responso — taglia corto —: il Dna non è il mio. Non ho più la mandibola. Ma non ho il tumore. Qualcun altro invece sta male. Molto male”. E infatti ancora non è chiaro se l'ospedale sia riuscito a rintracciare l'uomo il cui vetrino certifica il pericolosissimo osteosarcoma ad alto gradp di malignità.