Roma
Un giardino d'arte per innamorarsi di Roma. Arte, amore e ricordi in "Romance"
“Romance” è la mostra che reinterpreta la storia della città di Roma attraverso l'arte di di Latifa Echakhch
di Maddalena Scarabottolo
La storia millenaria di Roma diventa un giardino romantico dal 3 maggio al 27 ottobre presso la Fondazione Memmo. Latifa Echakhch ha reinterpretato la stratificazione dell'architettura della città attraverso sculture in cemento armato dall'aspetto organico.
“Romance” è il titolo della nuova mostra ospitata negli ambienti delle antiche scuderie di Palazzo Ruspoli e curata da Francesco Stocchi.Le 9 sculture, disseminate lungo un percorso che collega tra loro le tre stanze, sono state eseguite da Latifa Echakhch on site e realizzate in calcestruzzo armato.Le strutture dall'aspetto organiforme ricordano ad un primo sguardo, come sostiene Francesco Stocchi, “spazi di rifugio ma analizzandole meglio si scoprono luoghi dall'aspetto tentacolare” che possono risucchiare in un altro mondo.
Lo scopo dell'invito che la Fondazione Memmo ha rivolto a Latifa Echakhch, era quello di realizzare un progetto basato sulle suggestioni, sui ricordi e le emozioni derivanti dall'incontro con la città di Roma.Il risultato di questo processo, ha portato l'artista a ricreare, come lei stessa afferma, ”un ambiente fiabesco che ricorda molto la decorazione a rocaille dei giardini europei tra XVIII e XIX secolo”.Questi giardini ospitavano finte grotte e rocce, incrostazioni di conchiglie, stalattiti e anche piccole ricostruzioni di antiche rovine classiche e dunque apparivano come una stratificazione di storie, stili ed elementi eterogenei.
Questo concetto di stratificazione temporale e stilistica è il viatico artistico che Echakhch ha utilizzato per esprimere la sua visione personale di Roma: una città stratificata sulla sua storia e sulle sue architetture e che è riuscita nel tempo a reinterpretare tradizione e identità attraverso il recupero della memoria.
Le sculture non possiedono un momento storico che si possa classificare, creano invece un tempo fluido e sospeso, dove ogni visitatore deve rintracciare la propria storia e la complessità del momento che sta vivendo.
Il titolo “Romance” s'inserisce proprio in questa dinamica e come sostiene la direttrice della Fondazione Memmo, Anna d'Amelio, “suggerisce al visitatore di perdersi in questo giardino fantastico come farebbe leggendo un romanzo”.
I vari oggetti incastonati nelle strutture, liberati dal loro uso tradizionale, vivono ora di vita propria garantendo al visitatore di perdersi in immaginari infiniti, garantiti dall'esperienza diretta dell'opera. Un'installazione che avvolge e abbraccia il pubblico dentro a una scenografia di storie personali e collettive, dove la vita dell'artista si mischia a quella della città di Roma.