Roma
Un impero tra droga e n’drangheta: confisca da 1 mln a membri del clan Gallace
Tra i beni confiscati dalla guardia di finanza case, auto e vari imprese
Auto, case e imprese, anche una palestra, per una confisca di oltre 1 milione di euro. Nel mirino della guardia di Finanza e della Questura di Roma il patrimonio di 7 persone, coinvolte in spaccio di droga ed affiliate ad una nota cosca di n'drangheta.
In primis Angello Gallace e LIberato Tedesco, già condannati in primo grado, nel 2013, dal Tribunale di Velletri per aver fatto parte di un’associazione di stampo mafioso, quali vertici di un’articolazione della ‘ndrina “Gallace-Novella”, attiva nei Comuni di Anzio e Nettuno. Angelo, chiamato anche Titì o "Lo Scoppolato, era incaricato dello spaccio di sostanze stupefacenti. Mentre Tedesco svolgeva funzioni di raccordo logistico del sodalizio, fornendo supporto ai latitanti della cosca sul litorale laziale. In rapporto con esponenti di spicco del citato clan, operava, nel commercio di cocaina, anche Romano Malagisi.
Colpiti da consica anche Umberto Romagnoli, Alessandro Romagnoli, Francesca Romagnoli e Tiziano Romagnoli. Tra i beni sequestrati troviamo: 9 unità immobiliari (6 fabbricati e 3 terreni), site in Anzio (RM), Nettuno (RM) e Cappadocia (AQ) e la quota di un ulteriore terreno, ubicato ad Aprilia. Ed ancora, 6 auto e 3 moto; 1 ditta individuale, esercente l’attività di “gestione di palestre”; l’intero patrimonio aziendale di 1 società, esercente l’attività di “commercio al dettaglio di pesci, crostacei e molluschi”; 9 tra rapporti finanziari e polizze assicurative
Il tutto per un valore complessivo di stima pari a circa € 1.360.000. Oltre alla misura di natura patrimoniale, nello stesso procedimento di prevenzione l’Autorità giudiziaria aveva già applicato quella personale della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno per tre anni, nei confronti di Umberto Romagnoli, Angelo Gallace e Liberato Tedesco; per due anni, a carico di Alessandro Romagnoli, Tiziano Romagnoli, Francesca Romagnoli e Giuseppe Profenna (quest’ultimo, classe 1974, non colpito da confisca).