Roma

Un italiano su 10 è povero. Il dramma delle famiglie con minori e di chi lavora ma è costretto a rinunciare alla dignità

Il rapporto Caritas. Oltre 5,7 mln di persone vivono senza nulla. Dal 2022 al 2023 il numero di persone affette da depressione o malattie mentali è aumentato del 15,2%

La povertà assoluta interessa oltre 5,7 milioni di persone, quasi un decimo della popolazione italiana. “Lungo il percorso che tracciamo con questo Rapporto – scrive nell’introduzione don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana – incontriamo volti e storie, scorgiamo i sogni infranti e le speranze tenaci di chi, giorno dopo giorno, affronta il peso della povertà”.

Ed ecco i numeri di un dramma che colpisce ora anche le famiglie con minori, alcune delle quali lavorano ma non arrivano neanche a metà mese. La fotografia durissima di un'Italia che non emerge dalla narrazione dei social, arriva dalla ventottesima edizione del Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia, pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri di domenica prossima dalla Caritas italiana.

Il 25% delle persone che si rivolgono alla Caritas hanno un lavoro


Quasi una persona su quattro (23%) degli assistiti nei 3100 centri di ascolti sparsi in tutta Italia, ha un’occupazione. Le famiglie con minori le più numerose: i genitori di figli minori rappresentano il 56,5% degli assistiti. La povertà non riguarda solo gli aspetti economici, sempre più spesso si configura come un fenomeno multidimensionale e multiforme. 

Le fragilità: esplodono depressioni e malattie mentali

Tra gli assistiti solo il 44,6% ha manifestato un solo ambito di fragilità di ordine economico-materiale; il 26,4% ne vedeva cumulati due e il 29% tre o più (fragilità economiche, occupazionali, abitative, problemi familiari, difficoltà legate allo stato di salute o ai processi migratori). Il Rapporto Caritas fotografa anche la crescita del disagio psicologico e psichiatrico tra i suoi assistiti : dal 2022 al 2023 il numero di persone affette da depressione o malattie mentali è aumentato del 15,2%.

Dilaga il lavoro povero e intermittente

Dall’analisi dei dati Caritas emerge che il lavoro povero e intermittente dilaga, con salari bassi e contratti atipici che impediscono una vita dignitosa. I giovani e le famiglie con figli sono le fasce più vulnerabili. Il disagio abitativo rappresenta un’emergenza, con famiglie senza casa o in condizioni abitative inadeguate. L’accesso all’istruzione e alle nuove tecnologie diventa un miraggio per fasce sempre più ampie della popolazione, alimentando le disuguaglianze.

La povertà cresce anche tra chi ha un lavoro. E spuntano anche dirigenti e quadri

Un altro allarme sociale che si coglie dagli ultimi dati Istat riguarda i lavoratori: continua infatti a crescere in modo preoccupante la povertà tra coloro che possiedono un impiego. Complessivamente tocca l’8% degli occupati (era il 7,7% nel 2022) anche se esistono marcate differenze in base alla categoria di lavoratori; se si ha una posizione da dirigente, quadro o impiegato l’incidenza scende al 2,8%, mentre balza al 16,5% se si svolge un lavoro da operaio o assimilato (dal 14,7% del 2022). “Quest’ultimo in particolare - osserva la Caritas nel nuovo rapporto sulla povertà 2024 presentato oggi a Roma - è un dato che spaventa e sollecita, segno emblematico di una debolezza del lavoro che smette di essere fattore di tutela e di protezione sociale”.

Al massimo storico la povertà tra i minori

L’incidenza della povertà assoluta tra i minori oggi è ai massimi storici, pari al 13,8%: si tratta del valore più alto della serie ricostruita da Istat (era 13,4% nel 2022) e di tutte le altre fasce d’età. Lo svantaggio dei minori è da intendersi ormai come “endemico” nel nostro Paese visto che da oltre un decennio l’incidenza della povertà tende ad aumentare proprio al diminuire dell’età: più si è giovani e più è probabile che si sperimentino condizioni di bisogno. Complessivamente si contano 1milione 295mila bambini poveri: quasi un indigente su quattro è dunque un minore. Preoccupa poi il dato sull’intensità della povertà: i nuclei dove sono presenti bambini appaiono i più poveri dei poveri (avendo livelli di spesa molto inferiori alla soglia di povertà).

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