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Roma
Una casa come nido, l'arte per spiccare il volo. Cenci in mostra a Roma

di Maddalena Scarabottolo

“Il cielo in una casa”: la personale d'arte di Franco Cenci è ospitata a Roma presso la galleria Casa Vuota. Una mostra che ragiona sul concetto di casa-nido e sull'arte di abitare, trasformando ogni elemento espressivo in poesia.

 

Casa Vuota a Roma apre le porte delle sue stanze a una mostra senza punti di riferimento: “Il cielo in una casa”. La personale di Franco Cenci, visitabile su appuntamento fino al 26 maggio, strutturata come un progetto site-specific, è stata curata da Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo.

Grazie alla multidisciplinarietà del progetto, lo spettatore si confronta con varie elaborazioni artistiche e formali. Le stanze sono infatti abitate da installazioni, fotografie, collage, grafiche e ceramiche. L'insieme delle espressioni artistiche trasmettono il senso dell'abitare appartenente ad ogni essere umano, ma qualcosa coglie impreparati: si percepisce una negazione delle coordinate spazio temporali.

Un appartamento che si trova temporaneamente fuori dallo spazio e dal tempo di Roma, non ci sono punti di vista giusti o sbagliati, ma semplicemente smarrimenti e vertigini. Si viene avvolti da un continuo gioco di specchi e illusioni con la progressiva perdita di un orientamento consapevole.

Il concetto di abitare uno spazio si mescola poeticamente con la volontà di trasformarsi, di evolvere in qualcos'altro, di liberarsi da barriere e pregiudizi per volare via come un uccello.

Nell'arte di Franco Cenci sono presenti tutti quei presupposti che porteranno alla metamorfosi. Le opere che arredano gli ambienti sono installazioni che fungono da elementi costituenti il nido, lavori di preparazione per la futura trasformazione ed evoluzione. In un certo senso è come se ai visitatori venissero consegnati i mezzi che in seguito permetteranno di spiccare il volo.

La mostra si struttura proprio come il nido posto sotto una lente di ingrandimento all'ingresso. Le foglie, le piume, l'erba, i fili che determinano la sua struttura si possono paragonare alle fotografie, i collage, le ceramiche e gli specchi disseminati nelle stanze della casa, i quali vanno a formare una memoria d'affezione dalla quale poi iniziare la propria metamorfosi personale.

I veri protagonisti del percorso espositivo sono infatti uomini e donne uccello, ritratti in posizioni che simulano il momento subito prima dell'inizio della mutazione. Sono loro ad abitare questa casa-nido assumendo posizioni improbabili e creando delle dimensioni nuove che si legano costantemente alla poesia, alle favole e ai sogni.

L'artista infatti conferma questo aspetto affermando che le sue opere ci mostrano “un mondo ribaltato”, una dimensione che “confonde il basso e l'alto” e che rimanda ad un altrove.

Per appuntamenti scrivere a: vuotacasa@gmail.com

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