Roma
Una festa per le unioni gay. Il Pride: "Ora pensiamo ai bambini"
Sabato 11 Giugno le associazioni arcobaleno sfileranno sotto al Colosseo
“Chi non si accontenta lotta”. Lo slogan scelto dalle associazioni e movimenti Lgtqi romani non lascia spazio a dubbi: i matrimoni omosessuali sono solo il primo passo nella lotta per il riconoscimento dei diritti alla coppie gay. "La recente legge sulle Unioni Civili - commentano dal coordinamento del Gay Pride che si svolgerà a Roma il prossimo 11 giugno - ha segnato un passo importante nel riconoscimento, ma rimane tuttavia una legge al ribasso, meno del minimo sindacale che ci saremmo aspettati e che relega nell’oblio proprio coloro che dovevano essere invece tutelati per primi: i nostri figli e le nostre figlie. Alla politica chiediamo anche una legge contro omofobia e transfobia, maggiore attenzione ai programmi di educazione alle differenze nelle scuole, che non si ostacolino più le campagne di informazione e sensibilizzazione su Hiv, Aids e malattie sessualmente trasmissibili, che si faccia finalmente un passo avanti nel riconoscimento e tutela delle persone transessuali e intersessuali, troppo spesso dimenticate e maggiormente discriminate, infine una particolare attenzione a tutte e tutti coloro che vivono spesso doppie discriminazioni per la loro diversità e il loro orientamento sessuale, come le persone sorde".
Sabato 11 Giugno il Roma Pride, che gode del patrocinio dell’Ambasciata del Canada, della Delegazione del Quebec e dell’Ambasciata degli Stati Uniti, sfilerà per le vie della città con la grande Parata per rivendicare i diritti di tutte e tutti coloro che da anni lottano per il riconoscimento e la visibilità delle proprie differenze.
Il Roma Pride ha elaborato per il 2016 una campagna di comunicazione per evidenziare le differenze dei vari soggetti che fanno parte della comunità arcobaleno, mescolandoli in maniera irrituale ma efficace.
- un gruppo di nuotatori gay fa da cornice a una drag queen nell’atto di lanciare un tacco, chiaro riferimento a Sylvia Rivera e ai moti di Stonewall del 1969;
- una famiglia formata da due donne con il proprio figlio fotografata accanto a un rappresentante della comunità ursina;
- un ragazzo gay, una ragazza lesbica e un transessuale (FtM);
- una cantautrice bisessuale e una ragazza bisessuale rappresentante della comunità lgbtqi sorda.