Roma

Una saga familiare negli Anni di Piombo. Sorelle diverse: una rossa l'altra nera

"Non mi abbracciare" lo firma Elena Venditti

di Patrizio J. Macci

La vicenda umana di due sorelle, Elena e Mariella Venditti, che giovanissime negli Anni Settanta si ritrovano una contro l'altra: una "rossa" e una "nera" ma provenienti da una famiglia dalla solida tradizione comunista e antifascista, con un padre autoritario ("progressista fuori, retrivo in casa") ma a suo modo affettuoso. Svolge la professione di cronista politico con particolare dedizione alle vicende della Democrazia Cristiana per il quotidiano "Paese Sera" con un "discreto" successo: è lui, per esempio, che conia il termine "manuale Cencelli" riferito alla spartizione del potere all'interno del Palazzo.
È uno dei pochi romanzi nel panorama editoriale italiano che racconta gli eventi degli Anni di Piombo senza tentare la via assolutoria e che nelle ultime pagine, con le righe scritte dalla sorella, diviene una saga familiare. Lo firma Elena Venditti: "Non mi abbracciare" pubblicato da Wingsbert House. Una discesa negli inferi degli anni del "terrorismo" tra le strade della Capitale, quando fischiavano le pallottole e gli scontri tra militanti di estrema destra e sinistra erano all'ordine del giorno.
Tutto procede in maniera regolare nella vita di Elena diciannonevenne studentessa liceale, sono gli anni dei primi fidanzati e delle scelte che influenzano il futuro di una giovane donna per sempre.
Il suo equilibrio esistenziale è scosso dalla variabile impazzita dell'amore che entra nella sua vita nella persona di Livio. Un "nero", un giovane di destra per il quale perde letteralmente la testa, fino al punto di seguirlo senza alcuna remora nella strada che conduce alla violenza e alla lotta armata.
La rapina in un'armeria precipita la protagonista nel girone infernale delle carceri, i trasferimenti in giro per l'Italia con la dura lotta per l'affermazione della propria identità al disopra dell'appartenenza politica.
Un volume che fotografa in maniera chiara e nitida il dramma di una generazione che ha bruciato i vent'anni nel delirio del culto dell'ideologia, travolgendo amici, affetti e lasciando sul terreno solo dolore. I funerali di Berlinguer, la vita nelle sezioni di quartiere, le liti tra comunisti, l'allontanamento e l'espulsione da parte degli amici "compagni". Un passato che ai più giovani può apparire remoto, ma che è collocato appena dietro l'angolo. L'autrice ha conosciuto il Male e i suoi servi che l'hanno sfiorata e le hanno lasciato cicatrici indelebili. La scrittura è il suo tentativo di riconciliarsi con il mondo.
Una richiesta di riconciliazione che il padre dell'autrice non riesce a vedere, perché muore pochi giorni prima dell'uscita ma che rappresenta il suo riscatto personale e la chiusura dei conti con un passato altrimenti impossibile da elaborare. La rinascita di Elena Venditti.