Unicoop Tirreno cede 8 sedi. Incontro con la Regione per evitare licenziamenti
A rischio oltre 270 lavoratori in tutto il Lazio, tra Pomezia, Aprilia e Colleferro
Crisi Unicoop Tirreno, la cooperativa pronta a cedere 8 punti vendita operativi su tutto il Lazio. A rischio 270 lavoratori, sindacati sul piede di guerra.
Alta tensione tra dipendenti e vertici dell'azienda, che ha deciso di rimandare al 26 settembre, giorno dell'incontro con il ministero dello Sviluppo Economico, la discussione sulla cessione degli otto punti vendita: Pomezia, due, Fiuggi, Velletri, Aprilia, Genzano, Colleferro e Frosinone. Coinvolti molti lavoratori dei castelli romani, ma anche residenti di Roma Sud o delle province di Latina e Frosinone. "Quella cessione deve essere bloccata perchè si parla del futuro di 270 persone - ribadisce la Filcams Cgil di Roma e del Lazio - Lo abbiamo detto oggi e lo ribadiremo anche il 26 settembre insieme ai lavoratori che quel giorno sciopereranno e manifesteranno sotto il Mise. Non si può scaricare sui dipendenti le conseguenze di un piano industriale fumoso che mira solo al taglio ingiustificato dei salari e alla dismissione del contratto integrativo".
A tentare la mediazione la Regione Lazio, che attraverso l'assessore al Lavoro e Nuovi diritti Claudio Di Berardino si dice pronto ad incontrare i vertici dell'azienda, coinvolgendo anche i sette sindaci dei Comuni coinvolti. "Abbiamo raccolto le preoccupazioni dei lavoratori e invitiamo l’azienda, pur nel rispetto delle legittime scelte imprenditoriali - sottolinea Di Berardino - ad attendere i confronti istituzionali già in programma per adottare ogni decisione, così da mettere le Istituzioni nelle condizioni di conoscere le motivazioni sottese all’eventuale cambiamento della struttura organizzativa ed eventualmente condividere le scelte da compiere".