Uomini e donne non sono più alla pari. L'M5S cancella le quote rosa
I pentastellati propongono la modifica allo statuto di Roma Capitale
Finisce l'era delle quote rosa: rivoluzione in Campidoglio. Il Movimento Cinque Stelle vuole cancellare la parità di genere sugli scranni capitolini, ovvero il principio che impone che uomini e donne siano ugualmente rappresentati all'interno degli organi di governo in termini numerici.
Oltre alla trasformazione della commissione delle Elette in commissione Pari opportunità - con contestuale riduzione del numero delle rappresentanti - l'M5S, nella proposta di modifica dello statuto di Roma capitale, si appresta ad abrogare il principio di parità sia nella giunta capitolina sia nelle giunte dei municipi.
La proposta di modifica firmata da 17 consiglieri M5S, infatti, prevede che siano cambiati il comma 3 dell'articolo 25, quello che disciplina la composizione della giunta capitolina e il comma 21 dell'articolo 27, relativo alla giunte dei municipi.
Nelle versioni attualmente in vigore, entrambi i commi stabiliscono che "fra i nominati è garantita la presenza, di norma in pari numero, di entrambi i sessi, motivando le scelte difformemente operate con specifico riferimento al principio di pari opportunità". La nuova versione, invece, prevede solo genericamente che "fra i nominati è garantita la presenza di entrambi i sessi".
Sulla vicenda le opposizioni annunciano battaglia in aula, dove il provvedimento arriverà una volta terminato il giro di pareri che dovranno arrivare dai municipi.
"Oggi ci accorgiamo che, con la proposta di modifica dello statuto di Roma Capitale, con un vergognoso colpo di mano, vengono eliminate le parole chiave per la rappresentanza di genere e la parita' di entrambi i sessi nelle giunte capitolina e municipali. Il comma 3 dell'art. 25 e il comma 21 dell'art. 27 attualmente in vigore, infatti, recitano che fra i nominati deve essere garantita "la presenza, di norma in pari numero, di entrambi i sessi". Un atto per di piu' illegittimo dato che, con questa modifica, si superano le norme del Tuel, il Testo Unico degli Enti Locali". Lo scrivono, in una nota, le consigliere PD in Campidoglio.
"Non vorremmo che, con questa modifica, il Movimento 5 Stelle voglia creare un pericoloso precedente. Noi su questo daremo battaglia perche' - spiegano - le faticose conquiste di questi anni in termini di rappresentanza non possono essere spazzate via da chi agisce senza conoscere le norme o, e sarebbe davvero piu' grave, seguendo un disegno. Ci aspettiamo che la prima sindaca donna di questa citta' richiami la sua maggioranza a ben piu' miti consigli".
Una volta in Assemblea capitolina, lo statuto potrà essere modificato con il voto favorevole dei due terzi dell'assise in prima battuta, poi, nel caso il quorum non fosse raggiunto, basterà la maggioranza assoluta.
Sulle quota rosa era scivolato l'ex sindaco Gianni Alemanno, costretto da una sentenza del Tar ad un rimpasto, dopo che i giudici avevano annullato la giunta capitolina per il mancato rispetto della parità di genere. Era luglio 2011 e il primo cittadino per riequilibrare la presenza femminile aveva nominato Rosella Sensi assessore allo Sport, con delega alle Olimpiadi. Chi lo avrebbe detto allora che anche l'opportunità olimpica sarebbe stata soppressa.
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