Roma

Vaccini, i medici di base del Lazio si arruolano. "Ma dateci garanzie"

Il sindacato Snami alla Regione: serve tutela medico-legale, e dovete informare i cittadini; la burocrazia non è compito nostro

Il sindacato Snami Lazio, al quale aderiscono anche i medici di base, risponde alla chiamata delle Istituzioni: gli Mmg somministreranno i vaccini anti-coronavirus. Ma nel contempo vengono richieste alcune garanzie per un compito tanto delicato, e informazioni da poter fornire ai pazienti su tempi di arrivo delle dosi e modalità di somministrazione. 

Dopo il Comitato regionale per la Medicina generale svoltosi lo scorso 12 febbraio, Lo Snami Lazio ha convocato il proprio Consiglio Regionale e ha deciso di aderire alla Campagna vaccinale contro il coronavirus, concordata con la Regione Lazio, accettando i principi generali e i compensi proposti. La scelta dell’adesione deriva dalla necessità che i Medici di base diano il proprio contributo operativo alla Campagna iniziata nella nostra Regione ai primi di Gennaio, per ridurre la diffusione del Virus Sars-Cov-2, producendo così l’immunità nella più ampia percentuale possibile della popolazione, nel più breve tempo possibile e in  modo compatibile con la fornitura delle dosi necessarie. Ma lo Snami ha richiesto, con il documento di conferma dell’adesione della sigla sindacale, di inserire nel Dispositivo regionale applicativo una Dichiarazione a verbale, facendo seguito a quanto già detto nel corso del Comitato regionale.

Nello specifico, il Consenso informato alla vaccinazione dovrebbe essere sottoscritto “in presenza di due Professionisti Sanitari addetti alla vaccinazione”, di fronte ai quali, questa la dichiarazione da far firmare al paziente, “ho posto domande in merito al vaccino e al mio stato di salute ottenendo risposte esaurienti e da me comprese”, come riportato nel Piano Regionale Vaccini della Regione Lazio. Inoltre, nel caso di accettazione da parte del medico a effettuare la vaccinazione presso una sede Asl, questa dovrà essere organizzata secondo quanto previsto per i Punti Vaccinali Territoriali, sia dal punto di vista strutturale e organizzativo, sia con la presenza di Personale infermieristico e amministrativo per lo svolgimento dell’attività vaccinale, sempre secondo quanto previsto dal Piano Vaccinale Regionale. Secondo lo Snami queste richieste sono necessarie a una corretta tutela Medico-Legale per l’attività che i medici di medicina generale andranno a svolgere, tanto nei propri studi quanto nelle strutture messe a disposizione dalle Asl.

Queste richieste – sottolinea lo Snami - fanno seguito a quanto previsto dalle Note ministeriali che accompagnano l’utilizzo dei vaccini e le modalità di organizzazione dei Centri Vaccinali sul Territorio, e hanno costo zero per l’Amministrazione regionale, come specificato anche nell’introduzione al documento inviato alla regione Lazio via Pec. Lo Snami chiede anche alla Regione di fornire, attraverso gli organi di informazione, notizie le più precise possibile sul tipo di vaccino per le diverse classi età e la tempistica che verrà adottata per la somministrazione delle diverse dosi agli aventi diritto. Istanza, quest'ultima, utile a evitare un aggravio burocratico ulteriore alla categoria che, in questo periodo di recrudescenza della diffusione del virus, sta svolgendo attività clinica anche per 10-12 ore al giorno. Oltre a fornire numerose certificazioni e a effettuare chiamate per rassicurare la propria platea di assistiti, preoccupati dall’epidemia. Insomma i medici dicono: non siamo scrivani.