Roma

“Vaccini nei supermercati”: esplode la guerra tra medici di base e farmacisti

Regna il caos nella sanità del Lazio: per Zingaretti l'obbligo vaccinale una “provocazione”; per i medici in farmacia non sono abilitati a somministrare le dosi

La politica sanitaria della Regione Lazio è allo sbando: il Tar cancella l'obbligo vaccinale per gli over 65; il presidente Zingaretti tocca l'apice dell'incoerenza definendo la sua ordinanza una “provocazione”; e l'assessore D'Amato dà il via libera alla somministrazione dei vaccini nelle farmacie facendo scoppiare la guerra tra l'Ordine dei Medici di Roma e i farmacisti.

Una follia che accompagna il momento più delicato per il Lazio da inizio pandemia, con aumenti di casi record e impennate di positivi ricoverati in ospedale. La Regione perde così la battaglia che portava avanti da prima dell'estate, da quando con una contestatissima ordinanza aveva imposto a tutti gli over 65 e pazienti “a rischio” di sottoporsi al vaccino antinfluenzale. Prima il presidente Zingaretti, contro tutti e tutti, ha portato avanti la sua “rivoluzionaria” idea; poi quando si è visto cadere il mondo sotto ai piedi a reagito come niente fosse, definendo la sua ordinanza come una provocazione: “Come Regione abbiamo previsto l'obbligatorietà del vaccino antinfluenzale per gli over 65, sapevamo di fare una provocazione perché non compete alla Regione l'obbligo della vaccinazione, ma volevamo dare un segnale sull'importanza di farlo. Ci auguriamo che il governo rifletta, nel nome della sicurezza e della prevenzione, per togliere dagli ospedali i ricoveri inappropriati legati all'influenza stagionale degli anziani e avere l'immediatezza della consapevolezza del rischio Covid”. Tanto rumore per nulla, con Zingaretti che annuncia tra le righe che non presenterà ricorso in Consiglio di Stato.

L'ordinanza del Tar non ha scosso neanche l'assessore D'Amato, che ha rilanciato come se nulla fosse successo annunciando l'arrivo dei vaccini anche nelle farmacie: “Come Regione Lazio mettiamo i vaccini a disposizione delle farmacie. Ci saranno 100mila dosi, le prime 20mila a partire dal 15 di ottobre, 20mila ogni settimana, con la possibilità di somministrare il vaccino anche presso le stesse farmacie". Poche parole che hanno generato però un terremoto che ha scosso ulteriormente la sanità del Lazio. L'Ordini dei Medici di Roma è infatti insorto, scagliandosi contro la decisione della Regione e contro i farmacisti: “Non condivido nella maniera più assoluta la possibilità di fare i vaccini nella farmacie – ha detto a Radio Cusano Campus il presidente dell'Ordine, Antonio Maggi – perché i farmacisti non sono abilitati a fare questo e la legge ci costringe ad intervenire. Non c'è logica di ampliamento dell'offerta perché si può tranquillamente ampliare l'offerta dentro gli ambulatori medici in modo totalmente sicuro. In farmacia per me assolutamente no. L'ordinanza di Zingaretti e della Regione Lazio che permette questo non va bene perché i farmacisti non sono abilitati a fare vaccini, solo i medici lo sono e i sanitari con un medico vaccinatore presente. I farmacisti non hanno la formazione per reagire nel caso ci fossero situazioni di allergie o con soggetti fragili che necessitano un'attenzione particolare che solo il medico può avere”.

Da qui un'altra provocazione, questa volta di Maggi: “Spero intervenga il Ministero della Salute e il CTS per non dare un parere favorevole altrimenti metterebbe in modo un meccanismo strano. A questo punto potremmo anche farli nei supermercati, anzi forse è più di prossimità un supermercato che una farmacia”.

Dopo le furiose parole di Maggi, Alessio D'Amato prova a spegnere la polemica ma con scarso successo: “Siamo assolutamente disponibili ad incontrare tutti gli Ordini professionali per centrare l’obiettivo comune di vaccinare nel Lazio 2,4 milioni di cittadini nel pieno rispetto della sicurezza. La salute dei cittadini viene prima di tutto”.

La campagna vaccinale, diventata non obbligatoria, inizierà il 15 ottobre ma la guerra nel Lazio è già iniziata.