Vaccini, nel Lazio è guerra tra No Vax e M5S e medici di base. Paura morbillo
Maria Corongiu: “Cala l'attenzione sul morbillo, in Romania l'anno successivo fu epidemia”
Guerra dei vaccini in Commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio. Nel corso della prima audizione nell'ambito della discussione sulla proposta di legge regionale che introduce l'obbligo della vaccinazione per l'accesso agli asili nido pubblici è andato in scena uno scontro vivace da “tutti contro uno”.
Da una parte una delegazione di No Vax , movimento contro i vaccini chiamato a far da claque al consigliere regionale pentastellato Davide Barillari, dall’altra il segretario regionale del medici di medicina generale aderenti alla Fimmg, Maria Corongiu.
L'esempio del vaiolo
Nel corso della sua relazione il medico è stato piu volte interrotto dalla claque che ne contestava dati e affermazioni, tanto da costringere il presidente Rodolfo Lena a intervenire più volte per permetterle di continuare. Corongiu però non ha dato segni di nervosismo ed ha fatto un po’ di storia citando il primo caso in cui fu introdotto un obbligo, cioè per il vaiolo: “Si scelse di avere un atteggiamento coercitivo per il bene della collettività - ha affermato - e ora il vaiolo è stato eradicato, non c'è più. Spetta alla politica decidere gli obblighi. Io non penso che porterà a vaccinare i figli chi è contrario, quelli sono irrimediabili. Però c'è un calo della copertura vaccinale”.
Il morbillo fa paura
Secondo il medico della Fimmg, al momento la copertura vaccinale per il morbillo sarebbe all'84,96 per cento effettivo (contro il 95% 'di sicurezza, e solo a gennaio risulterebbe ammalato un quarto del totale dell'anno scorso. “Non parlo di epidemia - ha detto - però sono dati che devono far riflettere». In Romania, solo pochi anni fa, ha spiegato Corongiu, si arrivò all'86% di copertura nel 2014 anche sulla spinta di un gruppo antivaccinista. L'anno successivo i casi furono solo quattro, ma nel 2016 “è arrivata l'epidemia dovuta al calo vaccinale, che ha causato la morte di 14 bambini e migliaia di infettati. Le malattie tornano sempre, perché sono sempre tra noi. Come medici abbiamo un posizione chiarissima - ha concluso - . Qui parliamo dei nostri figli. Non si fanno morire i bambini. Vanno inoltre protetti quelli che per motivi di salute non possono essere vaccinati». Il vaccino non è una opinione, non è un fatto di fede, è un atto scientifico incontrovertibile, punto. Sull'obbligo per i nidi deve decidere la politica. Ma le malattie infettive sono sempre tra noi, e l'unica barriera è il vaccino”.