Roma
Vaticano al fianco dei migranti, sfida ai sovranisti. È la Festa dei Popoli



Vaticano al fianco dei migranti, appello all'insegna dell'accoglienza per la "Festa dei Popoli". Nuova sfida ai sovranisti
Romeni, polacchi, congolesi e srilankesi alla corte di Papa Francesco. Vaticano al fianco dei migranti, domenica 19 maggio migranti cattolici insieme appassionatamente per la Festa dei Popoli. Nuovo schiaffo alla destra sovranista: “Alimentare la paura dei migranti è il peggiore dei modi per affrontare il fenomeno”.
In piazza San Giovanni in Laterano ben 26 comunità etniche diverse si troveranno per conoscersi, stare insieme e superare la paura dell'altro. Un nuovo "schiaffo" simbolico a tutto quel mondo della destra tradizionalista, che solo pochi giorni fa aveva criticato la decisione dell'elemosiniere del Papa, il cardinale Krajewski, al fianco del quale si è dovuto schierare ufficialmente il settimanale Famiglia Cristiana. Ed ancora, lo striscione di Forza Nuova contro il Santo Padre. Ora, lo smacco simbolico rivolto proprio a quel mondo.
Il tema della XXVIII già da sè, dice tutto: "Nella casa comune un'unica famiglia umana". Il mantra è l'accoglienza, il "nemico" quella paura che ci impedisce di accettare l'altro. Insomma, il messaggio tra le righe è ben chiaro: gli intolleranti non sono i benvenuti. Durante la manifestazione, in programma il 19 maggio a partire dalle 12, è prevista la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Papa Francesco, con il "Gloria" che verrà intonato dai congolesi, mentre il salmo sarà cantato in tagalog, quindi la preghiera dei fedeli in diverse lingue, l’offertorio affidato alla comunità srilankese, il “Sanctus” in ucraino, i canti di Comunione in rumeno e in malayalam, e, infine, il canto conclusivo in lingua polacca. Un vero e proprio coro multietnico, promosso dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma e dalla Caritas di Roma, in collaborazione con le comunità cattoliche etniche, con Impresa Sant’Annibale Onlus e tante realtà che lavorano nel campo delle migrazioni.
Al termine della Messa, sul sagrato della basilica, dalle 13.30 circa ecco quindi i piatti tipici preparati dalle comunità di 13 Paesi diversi: Eritrea, Togo, Romania, Ghana, Nigeria, Ucraina, Polonia, Bangladesh, Brasile, Capoverde, Congo, Camerun e Siria. Alle 15, uno spettacolo durante il quale si esibiranno una ventina di gruppi con canti e balli folkloristici. Infine, il concerto delle 18 in collaborazione con African Perfect Armony, gruppo musicale di 11 elementi, nato nel 2017 al centro di accoglienza delle Tagliate di Lucca; e Med Free Orkestra, progetto nato nel quartiere di Testaccio nel 2010 che riunisce musicisti provenienti da varie aree del mondo, che si esibirà insieme all'Earth Band guidata da Tony Esposito. Sul palco anche Marco Iachini, vincitore del Sound Spirit Festival 2019.
"La Festa vuole dare un’importante testimonianza di convivenza civile tra popoli diversi – sottolinea monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma –. Con gli anni la città ha imparato la bellezza dello stare insieme e bisogna impegnarsi ancora per abbandonare i luoghi comuni che ci sono sulle migrazioni e far emergere la normalità dell’incontro tra culture differenti. Alimentare la paura dei migranti è il peggiore dei modi per affrontare la dimensione umana del fenomeno della migrazione. La paura ci fa chiudere. Se poi la paura diviene da individuale a collettiva, allora si corre anche il serio rischio di fenomeni di reazione sociale non sempre controllabili. Tutto ciò va evitato. Come? Attraverso la conoscenza dell’altro. La conoscenza è luce, la paura è buio. Dobbiamo perseguire la luce. Dobbiamo, attraverso la conoscenza, sviluppare e far nostro il tema dell’accoglienza".